Va detto che l’impronta, allo stesso modo, è compatibile anche con l’ipotesi di un disperato tentativo del ragazzo, in caduta, di “agganciare” qualsiasi cosa pur di salvarsi: con la mano avrebbe tentato di appoggiarsi al muro per ancorarsi e frenarsi. Ma tocca ancora scoprire perché Domenico si è sporto dalla finestra e come ha perso l’equilibrio, se ha fatto tutto da solo magari in conseguenza di un malore e alla ricerca di una boccata d’aria fresca, oppure se c’erano altri studenti con lui.
Sulla vicenda e su queste domande, rileva il quotidiano di via Solferino, pesa un clima di omertà nella classe e nella scuola, espressione e simbolo della borghesia cittadina, e “rimane incontrovertibile che la stessa famiglia Maurantonio sia stata isolata, non abbia ricevuto telefonate, e messaggi e gesti di solidarietà”. A conferma, ripetono i genitori, che qualcuno ha taciuto e che tanti hanno “insabbiato”, nel timore di pesantissime conseguenze penali, forse agendo con la copertura delle famiglie.
La scuola e la Padova-bene hanno sempre rigettato le accuse, alcune volte con rammarico e indignazione, altre volte addirittura con atteggiamenti aggressivi nei confronti dei giornalisti che cercavano testimonianze e riscontri tra chi era in gita con Domenico. L’avvocato Stefani è anche convinto che il cadavere sia stato spostato dalla posizione iniziale e avvicinato di più all’hotel. “Il corpo è stato trovato a un metro e mezzo di distanza dal muro e questo farebbe presupporre che questo, dopo la caduta, sia stato spostato”. Se davvero fosse andata così sarebbe l’ennesimo mistero.