LA CASA DELLE ESTATI LONTANE di Shirel Amitay (Israele/Francia 2015) Con Géraldine Nakache, Yaël Abecassis, Judith Chemla. Durata 92’ Voto 3/5
Tre sorelle, la casa di famiglia in campagna da risistemare e vendere, i genitori che non ci sono più, la pace israelo-palestinese che sembra ad un passo, poi il terribile omicidio di Rabin. Ambientato nel 1995 La casa delle estati lontane è una variante sul tema “pacifisti israeliani” con un andamento giocoso da minuetto teatrale, un reiterato simbolismo morte/vita, un rapporto parecchio critico con la storia sacra ed intoccabile di Israele, ma anche con una potenza di contenuto che prorompe visivamente in una sequenza apocalittica notturna sull’autostrada con degli uomini zombie che marciano verso il traumatico tramonto di un’ideale di pace. Chiosa con la bellissima Ma priere di Mike Briant. Vitale e vibrante il cicaleccio delle tre ottime protagoniste. Le presenze in scena di Arsinée Khanjian e Pippo Delbono – mamma e papà defunti – andavano forse un po’ sfoltite, ma la coproduzione esigeva dazio. (DT)