Dal nuovo osservatorio sul precariato emerge che i contratti a tempo indeterminato sono stati 233mila in meno rispetto allo stesso periodo del 2015, quando erano in vigore gli sgravi contributivi del 100%
Continua ad aumentare il ricorso ai voucher per il pagamento di prestazioni di lavoro accessorio: +43,1% rispetto ai primi quattro mesi del 2015. Mentre continua il calo delle assunzioni a tempo indeterminato favorite dagli sgravi contributivi: tra gennaio e aprile di quest’anno sono state 233mila, il 35,1% in meno di quelle che si erano registrate nello stesso periodo del 2015. Il nuovo rapporto sul precariato dell’Inps conferma che l’auspicato salto di qualità del mercato del lavoro italiano in direzione di una minore precarietà non c’è. A partire da gennaio, quando la decontribuzione del 100% per i contratti stabili è stata sostituita da uno sgravio del 40%, le stabilizzazioni sono costantemente calate. E il trend sta continuando.
Le assunzioni riferite ai soli datori di lavoro privati nel periodo gennaio-aprile 2016 sono risultate 1.608.000, con una riduzione di 242.000 unità rispetto al corrispondente periodo del 2015 (-13,1%). Il rallentamento ha coinvolto essenzialmente i contratti a tempo indeterminato: -233mila, pari a -35,1% sul primo quadrimestre 2015. Il calo, spiega ancora l’Inps, è da ricondurre al forte incremento delle assunzioni a tempo indeterminato registrato nel 2015. La stessa frenata sui registra sul fronte delle trasformazioni a tempo indeterminato (-35,3%%).
Il saldo tra assunzioni e cessazioni è di 330mila, inferiore a quello del corrispondente quadrimestre del 2015 (+ 451mila) e di poco superiore a quello corrispondente del 2014 (+309mila). Le assunzioni con esonero contributivo nei primi 4 mesi sono state 142mila, tra cui 29mila trasformazioni di rapporti a termine. In tutto sono state il 26,5% del totale delle assunzioni/trasformazioni a tempo indeterminato contro il 60,8% nel 2015.
Quanto ai voucher, “nuova frontiera del precariato”, resta da vedere se il recente intervento del governo per renderli immediatamente tracciabili ne conterrà il boom. I dati del primo quadrimestre mostrano un ulteriore aumento, a 43,7 milioni, anche se la percentuale di crescita è inferiore se comparata con l’andamento del primo quadrimestre 2015 quando avevano fatto segnare un +77,3%.