Per l'immobiliarista protagonista dei casi Santa Giulia ed ex Falck cadono le imputazioni "perché il fatto non sussiste". Con lui giudicati non colpevoli l'ex dg Bonato e il finanziere Mancuso. La sentenza del tribunale Milano dopo un iter processuale tortuoso. La società aveva già patteggiato la pena
L’immobiliarista Luigi Zunino, ex presidente e ad di Risanamento, l’ex direttore generale della società Oliviero Bonato e il finanziere Salvatore Mancuso sono stati assolti con formula piena nel processo in cui erano imputati per aggiotaggio e ostacolo all’attività di vigilanza della Consob. Lo ha deciso la Prima sezione penale del Tribunale di Milano, con la formula “perché il fatto non sussiste”. Il pm di Milano Gaetano Ruta aveva chiesto 4 anni di reclusione per Zunino e 2 anni e 10 mesi sia per Mancuso, considerato l’amministratore di fatto, sia per l’ex dg Bonato. Richiesta che non è stata accolta dal collegio presieduto da Giuseppe Fazio. Le motivazioni saranno depositate entro 40 giorni.
Il nome di Risanamento è legato a diversi importanti interventi urbanistici andati male, in particolare il nuovo quartiere Milano-Santa Giulia (nella foto) e le aree ex Falck di Sesto San Giovanni, in cui l’azienda ha dovuto passare le mani per sopraggiunte difficoltà finanziarie.
Il procedimento nei confronti dei tre imputati (il quarto, l’avvocato Franco Bonelli, è deceduto nelle more della sentenza) ha avuto un corso tortuoso. Alla chiusura delle indagini il pm Roberto Pellicano, che coordinava l’inchiesta insieme a Ruta, aveva chiesto l’archiviazione, ma il gip Fabrizio D’Arcangelo aveva emesso un’ordinanza di imputazione coatta, imponendo di proseguire nell’azione penale.
Non solo. Risanamento, in qualità di imputato in base alla legge sulla responsabilità amministrativa degli enti, aveva patteggiato in sede di udienza preliminare una sanzione pecuniaria di 103mila euro. E nel corso del processo Zunino si è visto respingere per ben due volte la richiesta di patteggiare due anni di reclusione con pena sospesa e una sanzione pecuniaria di 120mila euro.
“Siamo molto soddisfatti di questa sentenza” ha commentato l’avvocato Matteo Calori, difensore di Salvatore Mancuso, subito dopo la lettura del dispositivo. “Non c’erano le prove né dell’ aggiotaggio né dell’ostacolo all’attività della Consob per nessuno degli imputati”.