Milano, 14 maggio 2016: alla Società Italiana di Psicoanalisi della Relazione, la professoressa Giulia Cavalli organizza un convegno, nel quale presenziavo anche io tra i relatori (oltre a nomi illustri come il prof. Enzo Soresi), centrato sulla medicina integrata e sulle emozioni nella cura.
Catania, 21 maggio 2016: la facoltà di Medicina, con il patrocinio dell’Ordine dei Medici, organizza, nell’Aula Magna del Policlinico, un seminario sulla medicina integrata dove ho l’onore di tenere una lectio magistralis alla presenza di tanti seri e preparati colleghi, direttori di altrettante istituzioni sanitarie e dove l’organizzatore, il prof. Giovanni Bartoloni, ordinario di anatomia patologica, tiene una relazione che parte dal cuore come pezzo anatomico per arrivare al cuore come altro cervello nel nostro corpo e alle proprietà del suo campo elettromagnetico.
Bologna, giugno 2016: in una quarantina, medici e terapeuti, abbiamo trascorso cinque giorni insieme al prof. Amit Goswami, illustre e plurititolato fisico quantistico, grazie al corso organizzato dal prof. Gioacchino Pagliaro, che da anni si occupa di portare la meditazione in ospedale e di studiarne gli effetti in medicina con studi clinici, discutendo delle applicazioni della fisica quantistica e delle scienze della coscienza in medicina, applicazioni che esistono già e sono concrete. E questi sono solo alcuni esempi di un fermento che ormai si fa sempre maggiore, fattivo e concreto nel promuovere quella che viene chiamata Nuova Medicina Integrata.
Ora che sono rientrata alla base, si fa ancora maggiore il senso della divulgazione che già opero da tempo in questo campo, ritenendola un atto medico non meno importante della cura perché orientata a fornire alle persone conoscenze che aiutino la prevenzione, il benessere e anche l’esercizio della propria libera scelta nella tutela della propria salute. Forse può essere ancora necessario dire cosa è, e cosa non è, la medicina integrata. Integrazione: dal latino integer, integro o intero. Una medicina integrata è una medicina che guarda l’essere umano come un intero ed è essa stessa una medicina integra, in tutte le sue parti, quelle che attengono al conoscere, ma anche al fare; al sapere, ma anche all’essere; alla scienza e all’arte; al corpo, alla mente e all’anima.
L’integrazione è una delle capacità più straordinarie del nostro corpo, la cui intelligenza è in grado, in ogni istante, di integrare migliaia e migliaia di segnali, come, ad esempio, regolare pressione e ritmo cardiaco in relazione a ciò che ci accade e agli ormoni che vengono immessi in circolo. Effetto dell’integrazione è tutta la regolazione ormonale, come anche il sistema immunitario regola e orchestra segnali e risposte tramite integrazione di informazioni, e ancora sono frutto di integrazione i ritmi circadiani, le reazioni feedback ormonali, la riparazione di una ferita, la filtrazione dell’urina, l’attività cerebrale che nasce dall’integrazione delle informazioni sensoriali con l’integrazione dell’attività dei due emisferi. Tutta la nostra vita biologica è frutto di una costante integrazione di sistemi diversi che dialogano tra loro, di informazioni, di messaggeri che si interfacciano.
Come in alto così in basso, dicevano gli alchimisti, e il nostro corpo è alchemico in questo senso. Ce lo insegna la psiconeuroendocrinoimmunologia, ce lo mostra la medicina quantistica che si occupa dei campi elettromagnetici e dei fenomeni vibrazionali nel nostro corpo, come nel caso del prof. Spaggiari, medico e ingegnere, ordinario presso l’Università degli Studi di Milano. La medicina integrata non esclude nessun tipo di intervento: ritiene utile la farmacologia e la chirurgia, insuperabili nelle acuzie, ma integra anche fitoterapia, omeopatia, le medicine cosiddette tradizionali, peraltro anche oggetto del piano di sviluppo Who Traditional Medicine 2014-2023, che vede come obiettivo per tutti gli stati membri l’introduzione di questi approcci, testualmente definiti come “una parte sottostimata delle cure mediche”, nella sanità pubblica.
La medicina integrata utilizza anche la psicologia, la psicoterapia, l’ipnosi, la medicina quantistica con tutti i suoi dispositivi che agiscono sul campo elettromagnetico e sulle radiofrequenze, oltre a tutte le discipline a mediazione corporea (yoga, osteopatia, qigong è così via), perché punta ad una medicina centrata sulla persona, che deve tenere conto non solo del sintomo, ma anche del contesto in cui accade, delle credenze che la persona porta dentro di sé, della sua biografia e delle sue emozioni. Una medicina a tutto tondo, in cui non vi sono antitesi, non vi sono stupide opposizioni tra discipline ma la malattia viene vista come un processo che parte dallo stato energetico e dai meccanismi biofisici, per poi passare a quelli biochimici ed epigenetici, e poi alle alterazioni cellulari, tissutali e infine d’organo: la malattia è un processo che ha delle fasi differenti che il medico sa riconoscere e contestualizzare nella persona, orchestrando gli interventi secondo l’unicità di chi ha di fronte.
Noi medici abbiamo dedicato finora il nostro impegno a studiare sistematicamente la materia di cui siamo fatti; ora giunge il tempo di studiare sistematicamente l’energia di cui siamo fatti e le vie di integrazione della nostra parte materiale con la nostra parte energetica. E quello che sembrava un futuro lontano, è già qui. Per approfondire vedi il video oppure leggi il libro Anatomia della Guarigione – i sette principi della Nuova Medicina Integrata.
Erica Poli
Psichiatra, Psicoterapeuta e Counselor
Società - 16 Giugno 2016
Nuova medicina integrata: cos’è e come può cambiarci la vita
Milano, 14 maggio 2016: alla Società Italiana di Psicoanalisi della Relazione, la professoressa Giulia Cavalli organizza un convegno, nel quale presenziavo anche io tra i relatori (oltre a nomi illustri come il prof. Enzo Soresi), centrato sulla medicina integrata e sulle emozioni nella cura.
Bologna, giugno 2016: in una quarantina, medici e terapeuti, abbiamo trascorso cinque giorni insieme al prof. Amit Goswami, illustre e plurititolato fisico quantistico, grazie al corso organizzato dal prof. Gioacchino Pagliaro, che da anni si occupa di portare la meditazione in ospedale e di studiarne gli effetti in medicina con studi clinici, discutendo delle applicazioni della fisica quantistica e delle scienze della coscienza in medicina, applicazioni che esistono già e sono concrete. E questi sono solo alcuni esempi di un fermento che ormai si fa sempre maggiore, fattivo e concreto nel promuovere quella che viene chiamata Nuova Medicina Integrata.
Ora che sono rientrata alla base, si fa ancora maggiore il senso della divulgazione che già opero da tempo in questo campo, ritenendola un atto medico non meno importante della cura perché orientata a fornire alle persone conoscenze che aiutino la prevenzione, il benessere e anche l’esercizio della propria libera scelta nella tutela della propria salute. Forse può essere ancora necessario dire cosa è, e cosa non è, la medicina integrata. Integrazione: dal latino integer, integro o intero. Una medicina integrata è una medicina che guarda l’essere umano come un intero ed è essa stessa una medicina integra, in tutte le sue parti, quelle che attengono al conoscere, ma anche al fare; al sapere, ma anche all’essere; alla scienza e all’arte; al corpo, alla mente e all’anima.
L’integrazione è una delle capacità più straordinarie del nostro corpo, la cui intelligenza è in grado, in ogni istante, di integrare migliaia e migliaia di segnali, come, ad esempio, regolare pressione e ritmo cardiaco in relazione a ciò che ci accade e agli ormoni che vengono immessi in circolo. Effetto dell’integrazione è tutta la regolazione ormonale, come anche il sistema immunitario regola e orchestra segnali e risposte tramite integrazione di informazioni, e ancora sono frutto di integrazione i ritmi circadiani, le reazioni feedback ormonali, la riparazione di una ferita, la filtrazione dell’urina, l’attività cerebrale che nasce dall’integrazione delle informazioni sensoriali con l’integrazione dell’attività dei due emisferi. Tutta la nostra vita biologica è frutto di una costante integrazione di sistemi diversi che dialogano tra loro, di informazioni, di messaggeri che si interfacciano.
Come in alto così in basso, dicevano gli alchimisti, e il nostro corpo è alchemico in questo senso. Ce lo insegna la psiconeuroendocrinoimmunologia, ce lo mostra la medicina quantistica che si occupa dei campi elettromagnetici e dei fenomeni vibrazionali nel nostro corpo, come nel caso del prof. Spaggiari, medico e ingegnere, ordinario presso l’Università degli Studi di Milano. La medicina integrata non esclude nessun tipo di intervento: ritiene utile la farmacologia e la chirurgia, insuperabili nelle acuzie, ma integra anche fitoterapia, omeopatia, le medicine cosiddette tradizionali, peraltro anche oggetto del piano di sviluppo Who Traditional Medicine 2014-2023, che vede come obiettivo per tutti gli stati membri l’introduzione di questi approcci, testualmente definiti come “una parte sottostimata delle cure mediche”, nella sanità pubblica.
La medicina integrata utilizza anche la psicologia, la psicoterapia, l’ipnosi, la medicina quantistica con tutti i suoi dispositivi che agiscono sul campo elettromagnetico e sulle radiofrequenze, oltre a tutte le discipline a mediazione corporea (yoga, osteopatia, qigong è così via), perché punta ad una medicina centrata sulla persona, che deve tenere conto non solo del sintomo, ma anche del contesto in cui accade, delle credenze che la persona porta dentro di sé, della sua biografia e delle sue emozioni. Una medicina a tutto tondo, in cui non vi sono antitesi, non vi sono stupide opposizioni tra discipline ma la malattia viene vista come un processo che parte dallo stato energetico e dai meccanismi biofisici, per poi passare a quelli biochimici ed epigenetici, e poi alle alterazioni cellulari, tissutali e infine d’organo: la malattia è un processo che ha delle fasi differenti che il medico sa riconoscere e contestualizzare nella persona, orchestrando gli interventi secondo l’unicità di chi ha di fronte.
Noi medici abbiamo dedicato finora il nostro impegno a studiare sistematicamente la materia di cui siamo fatti; ora giunge il tempo di studiare sistematicamente l’energia di cui siamo fatti e le vie di integrazione della nostra parte materiale con la nostra parte energetica. E quello che sembrava un futuro lontano, è già qui. Per approfondire vedi il video oppure leggi il libro Anatomia della Guarigione – i sette principi della Nuova Medicina Integrata.
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Trump “aiuterà Kiev ad avere più difesa aerea dall’Ue” e ipotizza controllo Usa delle centrali ucraine. Zelensky: “Possibile pace quest’anno”
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La Lega in Aula: “Dov’è l’ugenza per il riarmo da 800 miliardi?”. Meloni attacca il Manifesto di Ventotene: è caos. Le opposizioni: “Vuole coprire le liti con Salvini”
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“Più efficienza bellica in tempi di pace per inevitabili guerre”: così il Manifesto parla dell’Ue di oggi
Roma, 19 mar. (Adnkronos) - "È grave che Rai News abbia censurato l’ultima parte del discorso della segretaria Schlein. Dallo sfiduciato Petrecca, un ultimo colpo di coda a sostegno della propaganda di governo, forse come ringraziamento per il passaggio di sede." Così i componenti democratici del gruppo PD in Commissione di vigilanza Rai, che hanno deciso di riportare integralmente la parte del discorso "censurato".
Eccola: “La Presidente Meloni non solo non ha il coraggio di difendere i valori su cui l’Unione s’è fondata dagli attacchi di Trump e di Musk, ma ha deciso qui di nascondere le divisioni del governo oltraggiando la memoria europea. Noi non accettiamo i vostri tentativi di riscrivere la storia. Lei in quest’aula ha oltraggiato la memoria del manifesto di Ventotene, riconosciuto da tutti come la base su cui si è fondata l’Unione europea, perché scritto da giovani mandati al confino dai fascisti che non risposero all’odio e alla privazione di libertà con altro odio, ma con una visione di Europa federale che superasse i nazionalismi che nel nostro continente hanno prodotto soltanto guerre, anche oggi. Non si permetta mai più di oltraggiare la memoria di Altiero Spinelli, Ursula Hirschmann, Ernesto e Ada Rossi, Eugenio Colorni, se siamo qui a discutere in un Parlamento democratico è grazie a persone come loro. Lei dice che quell’Europa non è la sua. E allora le chiedo se la sua Italia è quella della Costituzione perché sono gli stessi antifascisti che l’hanno scritta. E stiamo ancora aspettando che si dichiari antifascista pure lei”.
Roma, 19 mar. (Adnkronos) - Via libera all'unanimità da parte dell'aula del Senato al progetto di legge sui viaggi nella memoria nei campi nazisti per le scuole. Approvato anche il ddl sui Nuovi giochi della Gioventù.
Roma, 19 mar. (Adnkronos) - Voto 'ordinato' nel Pd sulle risoluzioni delle altre opposizioni. Il gruppo si è attenuto all'indicazione di astensione sui testi degli altri gruppi di minoranza, di voto favorevole al punto del documento di Avs sul no all'espulsione dei palestinesi da Gaza e contrario, sempre nella risoluzione di Alleanza Verdi e Sinistra, sullo stop dell'invio di forniture militari a Kiev. C'è stata però un'eccezione nel gruppo: Lorenzo Guerini ha votato a favore anche delle risoluzioni di Azione e Più Europa, come si vede dai tabulati. Anche la leghista Giovanna Miele ha votato il testo di Azione.
Roma, 19 mar. - (Adnkronos) - Nessun cambiamento di linea da parte della Federal Reserve: con un voto quasi all'unanimità - un solo contrario - i membri del Fomc, il comitato di politica monetaria della banca centrale americana, hanno infatti deciso di mantenere fermo l'intervallo di riferimento per il tasso dei federal funds al 4,25%-4,50%. Ala base della decisione, si sottolinea nel comunicato finale, un livello di inflazione "che rimane piuttosto elevato".
Roma, 19 mar. (Adnkronos) - "Trump annuncia dazi ma anziché alzare la voce con Trump, Meloni se la prende con l'Ue che cerca di reagire". Lo dice Elly Schlein nelle dichiarazioni di voto alla Camera.
Roma, 19 mar. (Adnkronos) - "Il piano Rearm Eu va nella direzione di favorire soprattutto il riarmo di 27 Stati membri. L'unico contributo al dibattito che ha dato Meloni è stato quello di chiedere che sia cambiato il nome. E invece è quel piano che va cambiato radicalmente perchè allontana una vera difesa comune europea. Serve la difesa comune e non la corsa al riarmo dei singoli Stati" e va fatta "con gli investimenti comuni e col debito europeo, non col debito nazionale". Lo ha detto Elly Schlein nelle dichiarazioni di voto alla Camera.
Roma, 19 mar. (Adnkronos) - L’ambiente domestico italiano si sta trasformando, con una crescente adozione di tecnologie smart per la pulizia che promettono di semplificare la vita e liberare tempo prezioso. A fare luce su questa tendenza è una ricerca commissionata da Roborock, leader mondiale nella robotica domestica ultra-intelligente, e condotta da Bva Doxa, azienda leader nelle ricerche di mercato in Italia e parte del gruppo Bva. Lo studio svela un mercato in fermento, con un elevato livello di conoscenza dei robot aspirapolvere e un apprezzamento diffuso per i benefici che offrono. L'indagine ha permesso di delineare diversi profili attitudinali tra gli italiani, evidenziando come l'approccio alle pulizie automatizzate sia tutt'altro che uniforme: a dominare il panorama è il "Pragmatico Digitale" (62%), che valuta attentamente l'efficacia delle nuove tecnologie prima di adottarle. Seguono i "Tech-Entusiasti" (25%), maggiormente propensi a introdurre l'innovazione nelle loro case, con una maggiore concentrazione tra gli uomini (circa il 30%) e nella fascia d'età 25-44 anni. Gli "Scettici Tradizionalisti" rappresentano invece il 13% del campione, con una rappresentanza significativa di intervistati over 45.
La ricerca Doxa dipinge un quadro chiaro: i robot aspirapolvere non sono più un oggetto ostico e di difficile gestione, ma una presenza sempre più familiare nelle case degli italiani, in particolare in quelle in cui vivono animali domestici. Il 90% degli intervistati dichiara di conoscere questi dispositivi, segno di una crescente consapevolezza dei vantaggi che possono offrire. Non si tratta solo di conoscenza teorica, ma anche di apprezzamento concreto: il 70% degli italiani ritiene che i robot aspirapolvere semplifichino la vita, liberando tempo da dedicare ad attività più piacevoli delle faccende domestiche. Un ulteriore dato interessante riguarda la percezione di competenza: il 61% degli italiani si sente competente nell'uso dei robot aspirapolvere, segno di una buona familiarità con la tecnologia e di una crescente fiducia nelle proprie capacità di gestirla al meglio.
Per i pet owner, poi, i robot aspirapolvere rappresentano un vero e proprio alleato nella lotta contro peli, sporco e allergeni, contribuendo a mantenere un ambiente domestico più pulito e salubre. Non a caso, il 68% dei possessori di animali domestici li considera strumenti almeno molto utili, con un picco del 32% che li definisce "estremamente utili". Questo beneficio è particolarmente sentito nelle regioni del Sud, dove le attività all'aperto possono portare più sporco in casa.
Nel contesto generale emerge chiaramente quanto gli italiani abbiano a cura la pulizia della casa, dedicandole oltre sei ore a settimana nel 25% dei casi. Nel dettaglio, il 59% degli intervistati – principalmente donne – dichiara di essere l’unico in famiglia a prendersi carico da solo di questo compito. Spicca quindi come molto positivo il supporto di aspirapolvere robot: coloro che già li utilizzano, apprezzano soprattutto il tempo risparmiato, che può essere dedicato ad attività piacevoli e gratificanti. Nello specifico, il 37% degli intervistati dichiara di utilizzare questo tempo per prendersi cura di sé, con una maggiore propensione da parte delle donne (43%) che dichiarano di trovare finalmente spazio per il ‘me-time’ e il benessere personale. Un altro 32% lo dedica invece a trascorrere più tempo con la famiglia.
La ricerca ha inoltre evidenziato come l'adozione di un robot per la pulizia dei pavimenti porti, per quasi due intervistati su tre tra i possessori di un robot, a una significativa riduzione del carico di lavoro, con il 27% che ha visto un miglioramento per tutti i componenti della famiglia. Tale percezione è particolarmente sentita dai "Tech-Entusiasti" (74%), dagli uomini (66%) e dagli abitanti del Sud Italia (67%). Inoltre, il 27% si aspetta una gestione più equa dei compiti domestici tra i membri del nucleo familiare, contribuendo a un ambiente più armonioso tra le mura di casa.
Gli italiani guardano al futuro con fiducia, immaginando un mondo in cui i robot aspirapolvere saranno sempre più integrati nella vita quotidiana. Il 73% degli intervistati è convinto che questi dispositivi diventeranno la norma entro i prossimi dieci anni, segno di una crescente fiducia nelle potenzialità dell'automazione domestica. Le aspettative per il futuro si concentrano su una maggiore capacità di pulizia e sanificazione degli ambienti domestici (26%), sulla capacità dei robot di adattarsi alle esigenze specifiche di ogni casa (25%) e sulla possibilità di automatizzare sempre più la pulizia e la manutenzione (25%).
Nonostante l'interesse e l'apprezzamento, la ricerca Doxa per Roborock evidenzia alcune barriere che frenano un'adozione ancora più ampia dei robot aspirapolvere. Il costo iniziale elevato rappresenta la principale preoccupazione per il 43% degli italiani, che cercano soluzioni accessibili e con un buon rapporto qualità-prezzo. Da evidenziare, però, come chi abbia già un robot sia propenso ad una spesa più elevata rispetto alla media, riconoscendo il valore aggiunto dello strumento: tra chi è disposto a spendere oltre 200 euro, infatti, il 76% è già possessore di questo device. Altre perplessità riguardano l'affidabilità (25%) e l'autonomia delle batterie (24%), che devono garantire una pulizia completa e senza interruzioni.
Anche gli ingombri domestici rappresentano un ostacolo significativo: il 79% degli intervistati ritiene che i robot abbiano difficoltà a navigare in ambienti con molti ostacoli, come mobili, tappeti e, soprattutto, giocattoli e accessori per animali domestici. Questo aspetto è particolarmente rilevante per chi vive in contesti più piccoli, dove lo spazio è limitato e gli ostacoli sono più frequenti.
Infine, la fiducia nell'automazione completa è ancora in fase di sviluppo: solo il 21% si dichiara totalmente disponibile a delegare la gestione manuale, mentre il 56% preferisce un approccio graduale, che consenta di mantenere un certo controllo sulle attività di pulizia, soprattutto in presenza di animali domestici che richiedono un'attenzione particolare.