Mondazzoli a tutto gas e sorpresa Sgarbi con La Nave di Teseo. La cinquina finalista del premio Strega 2016 riserva sì la conferma del colosso editoriale italiano appena creatosi sul mercato (due romanzi su cinque in finale), ma traccia anche interessanti linee alternative che riguardano le case editrici indipendenti e appena nate. In finale l’8 luglio 2016 nella nuova sede delle cerimonie Strega, l’Auditorium Parco della Musica di Roma, ci andranno: Edoardo Albinati con La scuola cattolica (Rizzoli) – voti 202; Eraldo Affinati con L’uomo del futuro (Mondadori) – voti 160; Vittorio Sermonti con Se avessero (Garzanti) – voti 156; Giordano Meacci con Il cinghiale che uccise Liberty Valance (minimum fax) – voti 138; Elena Stancanelli con La femmina nuda (La nave di Teseo) – voti 102.
Quindi la quota “indie”, quella che consente allo Strega di riequilibrare, per regolamento, e dallo scorso anno, la presenza di almeno “un editore medio o piccolo” nella cinquina finale, si fa realtà quest’anno con ben due nomi: Minimum Fax e La Nave di Teseo. Quest’ultima, volenti o nolenti, nata appena sei mesi fa grazie al volere e ai capitali di Elisabetta Sgarbi, Eugenio Lio, Umberto Eco, e di un nutrito e folto gruppo di scrittori oramai ex Bompiani, da novità editoriale centra subito la prestigiosa finale chez Bellonci mettendo in fila blasonati concorrenti come Giunti ed e/o. La 51enne scrittrice fiorentina che concorrerà con il suo romanzo La femmina nuda ha esordito con Benzina nel 1998 ed è stata nel tempo un’autrice primariamente Einaudi per poi approdare nel 2016 proprio alla corte di Sgarbi/Lio.
Altro risultato degno di nota è la presenza di Minimum Fax in finale. Autentica novità della cinquina Strega, la casa editrice romana che ha iniziato a pubblicare nel 1993, diventa la mina vagante per l’8 luglio con Il cinghiale che uccise Liberty Valance. Romanzo scritto in stato di grazia da Giordano Meacci, forse l’unico vero elaborato e vivo lavoro linguistico di questa cinquina orientata stilisticamente sulla narrativa più classica, anche se potente, di Stancanelli-Sermonti-Albinati-Affinati. Altro rientro in grande stile è quello di Garzanti. Vittorio Sermonti, classe 1929, in finale con Se avessero, è una garanzia letteraria non da poco. Il gruppo editoriale dal 2006 totalmente in mano al gruppo editoriale Mauri Spagnol (Chiarelettere-Corbaccio-Guanda-Ponte alle Grazie, ecc…) non vince uno Strega dal 1997 quando trionfò Claudio Magris con Microcosmi.
Poi certo, al di là della felicità dei neofiti, la vittoria non potrà che andare al predestinato Edoardo Albinati. Il suo La scuola cattolica, 1294 pagine, confessione tra adolescenza, sesso, religione e violenza, per alcuni alunni di una scuola privata della Roma bene degli anni settanta, gareggia “in casa” con il romanzo di Affinati, edito da Mondadori, L’uomo del futuro. Bisognerà vedere se gli acquisitori di Segrate spingeranno per imporre il proprio autore di punta dopo il connubio con Rizzoli, gesto che pur rimanendo in famiglia, non sembra essere molto delicato per i nuovi arrivati in casa Mondadori. Per Rizzoli sarebbe comunque l’11esimo Strega vinto, mentre per Mondadori il 24esimo. Ancora un paio di dati, infine: hanno votato 408 aventi a diritti su 476 Amici della Domenica, quasi tutti per via telematica; mentre il grande deluso del verdetto è Antonio Moresco. Molto apprezzato dalla critica nostrana il suo ultimo L’addio (Giunti) che per soli 8 voti è finito sesto dopo la Stancanelli. L’appuntamento per decretare il successore di Nicola Lagioia (La Ferocia, Einaudi) è per l’8 luglio, un venerdì, serata scelta per evitare la concomitanza con un match degli Europei di calcio.