Il dieselgate ha a tempo innescato una serie di reazioni a catena. Da ultima, si registra la class action nei confronti della Volkswagen da parte del gruppo di consumatori belgi Test-Achats, che sostanzialmente chiedono di essere trattati (e dunque compensati) come quelli americani ricordando che sono ben 400 mila le vetture interessate in Belgio.
La notizia più significativa, tuttavia, è che il comitato tecnico per i motoveicoli dell’Ue ha dato il via libera ai nuovi test per tutti i tipi di vetture: test che consentiranno di valutare in modo più realistico rispetto a quello attuale l’entità dei consumi e delle emissioni di anidride carbonica.
La nuova metodologia, sviluppata dall’Onu in collaborazione con la stessa Unione Europea, si chiama Wltp. Acronimo che sta per World Harmonized Light Vehicle Test Procedure, nome altisonante che in soldoni dovrebbe garantire che casi come quello dello scandalo Volkswagen non si ripeteranno più. Se arriverà il benestare di Europarlamento e Consiglio Ue, i test dovrebbero diventare obbligatori da settembre 2017 per i nuovi modelli e da settembre 2018 per tutti i tipi di vetture.
“La Commissione continua a rispondere alle rivelazioni sulle emissioni auto con misure concrete“, ha commentato la commissaria al mercato interno Elzbieta Bienkowska. Alla quale ha fatto eco il commissario all’ambiente Miguel Canete, aggiungendo che la stessa Commissione “proporrà nuovi ambiziosi standard di CO2 per il settore auto dopo il 2020“. Standard che, si spera, nessuno tenterà di raggiungere con metodi non ortodossi.