Le botte finali della campagna elettorale di Roma. Entrambi i candidati si accusano di tirare fango, entrambi i candidati si accusano di mentire. Se i confronti tv hanno mostrato Virginia Raggi e Roberto Giachetti interessati più a spiegare bene nel merito e nel dettaglio le questioni amministrative che a Roma aspettano una soluzione, l’ultima giornata di propaganda, a due giorni dal voto decisivo, ha liberato un po’ di energie di polemica incrociata, che naturalmente ha accesso il tifo delle rispettive squadre a sostegno. Non ci sono i “grandi”: non c’è Matteo Renzi che se ne guarda bene di essere coinvolto in elezioni dall’esito incerto, se non rischioso; non c’è Beppe Grillo, così come al termine della campagna elettorale precedente al primo turno (ma è atteso per domenica al quartier generale del M5s). “Abbiamo cercato di parlare di Roma mentre gli avversari hanno parlato di me – dice la Raggi – Il loro programma elettorale era centrato su di me, di come portavo i capelli o sulle mie orecchie… Che devo fare le ho così! Continuano ad infangarmi. Non abbiamo paura del loro fango“.
Ma se l’ironia sulle orecchie, per la verità, ha coinvolto anche Giachetti, quest’ultimo attacca la rivale dei Cinquestelle sulla questione del giorno, legata agli incarichi della Raggi ricevuti dall’Asl, emersa dopo un articolo del Fatto Quotidiano, che ha monopolizzato il dibattito della giornata. “Non ho mai utilizzato commenti contro la Raggi ma ora basta – dichiara dal palco del comizio finale – La Raggi ha mentito e commesso un reato e ci dicono onestà. Ora dovete spiegare che siete uguali a tutti gli altri. Non avete ancora dato la giunta. Non siete stati capaci di mettere insieme 5 nomi”. In realtà la Raggi alla fine (a sera inoltrata) di nomi ne ha fatti 4: Paolo Berdini – urbanista “anti-palazzinari” – avrebbe la delega a Urbanistica e Lavori Pubblici, Paola Muraro alla Sostenibilità ambientale, l’ex rugbista Andrea Lo Cicero alla Qualità della vita e alle Politiche giovanili, Luca Bergamo, ex direttore del Festival Enzimi, alla “Crescita culturale”. “Non annuncio tutta la giunta – ha detto la Raggi – perché alcuni mi hanno chiesto riservatezza”.
L’ultima giornata della Raggi si è sviluppata dal giro per alcuni quartieri della Capitale e il comizio finale di Ostia, evento al quale hanno partecipato tra gli altri i parlamentari Luigi Di Maio, Alessandro Di Battista e Paola Taverna. “Tra un po’ – ha urlato la senatrice – diranno che se vincerà il M5s ci sarà l’estinzione delle balene, che er Tevere si tingerà di rosso o ci sarà l’invasione delle cavallette. Ma le cavallette ce so già state: ci siete stati voi che ve siete magnati tutto. E noi siamo una specie di Ddt. Per voi è finita!”. “Mentre il Pd ha come unico programma il fango quotidiano contro il Movimento Cinque Stelle – ha aggiunto Di Battista – noi parliamo dei problemi dei romani”. Il deputato si è rivolto ai simpatizzanti in piazza: “Ricordatevi che quando dovremo aggredire i potentati abbiamo bisogno dei cittadini romani, non basta il voto, se c’è un popolo sovrano questi cialtroni non contano nulla”. Per Di Battista “l’informazione di regime ha attaccato ogni giorno Virginia Raggi, era colpevole di tutto: chi ha dato fuoco a Roma è stato Neraggi, chi ha messo a sacco Roma si chiamavo Raggichenecchi. Non hanno mai parlato di una proposta, mai. Infangateci ancora i cittadini non ci cascano più. Basterà raccontare cosa abbiamo fatto, raccontatelo: il voto per noi sarà automatico”.
Virginia Raggi ha parlato di un “risultato non scontato”, ma “è l’ultimo sforzo”. “Mi attaccano sul mio lavoro – dichiara la candidata dei Cinquestelle – Io lo ammetto: un lavoro prima di entrare in politica ce l’avevo. Cosa scrivono invece loro nel curriculum? Politico da una vita? Non ricordo un solo provvedimento importante firmato da loro se non la Fornero o i decreti Salva-banche“, ha aggiunto. Dal palco la Raggi ha lanciato anche un sondaggio sulle Olimpiadi. “Quanti ritengono Olimpiadi fondamentali per Roma?” chiede alla folla che risponde con fischi e cori di protesta. “No perché Giachetti ha detto sì… Fanno campagna per non parlare dei problemi reali. La Raggi dice no alle cose inutili. Noi diciamo sì al taglio agli sprechi, all’Atac pubblica, ad una città vivibile e loro cosa rispondono? Silenzio”.
L’ultimo comizio di Giachetti, invece, è stato al Ponte della Musica. “Vogliamo dare a Roma il senso della comunità, vogliamo unire la città – ha detto il deputato del Pd – Per questo abbiamo scelto il Ponte per il nostro comizio, qui vicino c’è l’Auditorium, il Maxxi, la caserma Guido Reni, il Flaminio. Tutti segni che una città può riscattarsi, Roma non è lo schifo. Poi c’è lo stadio Olimpico, simbolo delle Olimpiadi che vogliamo: noi non abbiamo paura delle opportunità , sappiamo sognare, sperare. Io ho amministrato, io ho firmato decine e decine di delibere e mai avuto chiamate dalla Procura“. E poi l’attacco alla Raggi: “Io la giunta l’ho data 15 giorni prima del primo turno – ha scandito Giachetti – Voi non siete stati capaci nemmeno di mettere insieme cinque nomi. Ogni volta che si faceva un nome quel nome scappava via”. Rivolto all’avversaria ha continuato: “Se non sai nemmeno a chi vuoi intitolare una strada senza consultare la Rete, magari aumentando le pubblicità per il blog di Grillo, dove vuoi andare?”.
Tra i presenti il presidente del Pd Matteo Orfini, la deputata Ileana Argentin, l’ex parlamentare Anna Paola Concia, ma anche il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni e un pezzo importante della sinistra Pd, da Gianni Cuperlo a Miguel Gotor. “Essere qui è un dovere e un piacere – ha detto Cuperlo – Sono qui perché spero ci possa essere grande sorpresa rispetto alle previsioni. Sono qui per ringraziare Roberto per aver fatto una campagna elettorale generosa in cui ha guadagnato consensi, fondata su un programma serio e concreto e sulla bella persona che è. Sono qui con convinzione e passione”. “Il ballottaggio di domenica – aggiunge il sottosegretario di Palazzo Chigi, Claudio De Vincenti – è tra chi, come Giachetti, vuole dare a Roma un futuro di crescita e chi, come la candidata Cinquestelle, vuole solo dire dei no e vuole tenere ferma la città. Quindi sono qui per Giachetti”. Tra i vip sul palco Ricky Tognazzi, Simona Izzo, Boosta dei Subsonica che ha suonato per il concerto finale.