Doveva essere una delle ultime mosse prima del voto, la carta migliore da giocare a pochi giorni dal ballottaggio. Si è rivelato un boomerang, invece, la pubblicazione da parte del candidato sindaco del Pd di Ravenna, Michele de Pascale, di un elenco di 100 imprenditori e aziende locali pronti a sostenerlo. Tra i quali anche un pezzo da novanta come Mirabilandia. Non tutti i nomi presenti infatti hanno gradito il collegamento così esplicito a un partito politico. E poche ore dopo sono arrivati i passi indietro: alcuni hanno preferito dissociarsi e prendere le distanze, mentre la direzione del parco di divertimenti ha fatto sapere di non essersi mai schierata politicamente.
“Sono 100 aziende cammellate, delle quali diverse a loro insaputa” ha commentato il leghista Gianluca Pini. Insomma, quello che doveva essere un asso nella manica per battere il centrodestra, il sostegno messo nero su bianco del mondo imprenditoriale ravennate si è rivelato un passo falso. E ha costretto il candidato del Pd a diffondere una nota stampa, dove si dice “molto dispiaciuto e rammaricato” per “l’incomprensione avvenuta nella più completa e reciproca buona fede”. Tutte le adesioni, assicura “sono state raccolte in maniera libera, trasparente e senza alcun condizionamento da parte di nessuno”.
Per capire la vicenda bisogna fare un passo indietro e tornare al comunicato con cui de Pascale diffonde la lista dei 100. “Dal lavoro sui temi del turismo e dell’economia sono scaturiti dieci punti concreti che abbiamo sottoposto al giudizio di molti operatori ravvenati. In pochissimi giorni, il mio comitato ha raccolto un centinaio di adesioni e di apprezzamenti su questo progetto”. Insieme alle proposte per il rilancio del turismo vengono quindi allegati i nomi, uno per uno, dei sostenitori. Non c’è solo Mirabilandia, da dieci anni ormai di proprietà di un gruppo spagnolo, ma anche cooperative della zona, singoli imprenditori, stabilimenti balneari, titolari di bar, locali, ristoranti e negozi di ogni tipo. Un gruppo di supporter parecchio nutrito. A prima vista, un buon biglietto da visita per chi ambisce alla poltrona di primo cittadino.
Passata qualche ora, però, il direttore della profumeria Sabbioni invia una lettera ai giornali locali, dicendosi sorpreso della sua presenza in lista. “Sono stato contattato telefonicamente – spiega Maurizio Sabbioni – e mi è stato chiesto un parere sui punti del commercio e turismo del programma del candidato de Pascale senza nessun riferimento al fatto di sostenerne la candidatura. Per questo motivo tengo a precisare che la mia azienda non si è mai schierata a favore di alcuna parte politica e mai lo farà”.
Anche l’osteria L’Acciuga, una delle imprese citate, preferisce tirarsi fuori dal dibattito pre elettorale, rivendicando l’etichetta di locale “apolitico”. “Siamo stati chiamati al telefono e abbiamo commesso una leggerezza” spiegano al Fatto.it. Mentre i vertici di Mirabilandia, con una nota, fanno sapere che “il parco non ha schieramenti politici ma ha come unico obiettivo quello di operare per la valorizzazione del territorio in cui si trova e contribuire allo sviluppo economico del comune e dell’intera regione”. Il parco, quindi, “ è pronto ad affiancare entrambi i candidati in questo sforzo”. Una gaffe che potrebbe non chiudersi con la campagna elettorale, ma avere una seconda puntata in tribunale. Perché la coalizione di centrodestra, che sostiene l’avvocato Massimiliano Alberghini, ha già annunciato un esposto in procura, per denunciare un “inciucio che inquina il voto” e per verificare se tutte le imprese erano effettivamente a conoscenza dell’inserimento nell’elenco pubblico.