I tornei internazionali di calcio sono un “evento assoluto” che mobilita ogni stilla di ascolto. Tant’è che confrontati all’auditel del 2012, quando si tenne la edizione passata, quest’anno a vedere il Campionato Europeo le differenze sono inezie: poche migliaia di femmine in più, un incremento appena superiore dei maschi (quasi tutti fra i più anziani). Il tutto riferito a questo inizio di giugno e di Torneo, fra le 15 e le 23. Comunque un dato solido. E così possiamo confidare che, Brexit o Remain, l’appuntamento quadriennale non verrà mai meno, perché, a garantirlo, ci sono le convenienze dello show business. Ed è meglio che così sia perché rispetto dell’inselvatichimento degli elettorati di tutta la UE e paesi vicini (gli scontri fra hooligans sono anche manifestazioni di umore dei corpi sociali che li lasciano prosperare) i ventidue in maglietta e mutande che sul campo, incredibile!, accettano di farsi regolare da un arbitro che non gli è neanche parente, sembrano ormai un ginnasio di filosofi politici, fradici di illuminismo quando non di enfatico giacobinismo progressista.
Se si spremono un po’ le cifre, si scopre peraltro che, se la platea complessiva della tv è rimasto grosso modo quella di quattro anni fa, stavolta gli spettatori si sono dedicati al pallone molto più che allora. E chi ne beneficia maggiormente è ovviamente Rai Uno, che ospita i match in ambito generalista (mentre Sky fa altrettanto a beneficio di chi paga per possedere il suo decoder), tanto che ogni serata di giugno le ha portato una media di un milione di spettatori in più. Forse anche (se ci è permessa una incursione in un campo di cui non capiamo pressoché nulla) perché i commentatori paiono davvero competenti e perfino piacevoli, non più legati all’antico imprinting di Nicolò Carosio (peraltro un gigante).
L’aumento d’ascolto per la Rai 1 in edizione Campionato è uniforme da territorio a territorio e parimenti distribuito riguardo ai livelli di istruzione. I dati più interessanti li troviamo nello spaccato della società secondo reddito e livello sociale (parametri che non coincidono necessariamente: ad esempio un professore universitario è sicuramente alto come livello sociale, ma salvo “baroni”, non può dirsi lo stesso circa il livello economico; Savastano di Gomorra economicamente sta in alto, ma il livello sociale – essendo lui il fondatore di una dinastia e non un proprio erede immemore del primitivo accumulo- alto non è. Ebbene, chi si è sintonizzato su Rai 1 In queste serate proviene essenzialmente dai livelli sociale elevato, ma con pochi soldi in banca – e qui di sicuro i docenti sono in gran copia. Seguono le legioni di chi se la passa bene sotto entrambi i profili, quello sociale e quello economico. Gli altri, la plebe, mostrano entusiasmi assai più contenuti. Come noi, del resto, che così abbiamo trovato la compagnia che – parola di auditel – ci si confà.