Ora, nonostante sia noto che nel mondo la nostra nazione viene identificata sempre e comunque con il bel canto e la musica melodica, in modo particolare con quella napoletana, magari si sarebbe potuto optare per un Bocelli, o, e solo pensarlo fa correre brividi lungo la schiena, gente come Il Volo, Eros Ramazzotti o Laura Pausini. Tutto ovvio. Tutto scontato. Ma la scelta è capitata sul cantautore napoletano
Sport e musica sono in stretta relazione, da sempre. Senza doversi sforzare troppo, basti pensare a come gli stadi, nati per ospitare eventi sportivi, quasi sempre legati al calcio, siano col tempo diventati anche location ideale per megaeventi musicali, concerti rock capaci di attirare decine di migliaia di persone. Non bastasse, ci sono casi piuttosto importanti di calciatori accostati al mondo della musica, che so, George Best indicato come quinto Beatles e ci sono cantanti che si sono dimostrati molto bravi nello sport, si pensi, per dire un cantante che sicuramente è più bravo con la palla che con il microfono, a Moreno, vera e propria star della Nazionale Cantanti. Questo in Italia come all’estero, ovviamente.
L’esibizione dell’intervallo del Super Bowl, per dire, è considerata, a ragione, uno degli appuntamenti musicali più importanti negli Stati Uniti, al punto che c’è un vero e proprio toto scommesse per indicare in anticipo chi vestirà i panni del protagonista di quel momento (l’ultima volta è toccato ai Coldplay, ma tutti ricorderete quando in passato toccò a Janet Jackson che rimase incautamente in topless grazie per colpa di un gesto non si sa se volutamente goffo di Justin Timberlake). Allo stesso modo, è considerato un momento importante nella carriera di un artista venire chiamato a cantare l’inno prima di una partita della nazionale o per l’apertura di un evento sportivo importante.
Ecco, siamo in periodo di Europei di calcio, e già ci siamo occupati di come artisti di fama internazionale amino spendersi per inni più o meno ufficiali delle loro rispettive nazionali di calcio. Finiti gli europei, neanche il tempo di tirare il fiato, cominceranno le Olimpiadi, quest’anno in Brasile. Proprio di poche ore fa è la notizia che a rappresentare l’Italia è stato chiamato Gigi D’Alessio. Sarà quindi lui, il 3 agosto, a Rio de Janeiro a intrattenere per l’Italia i cinquantadue capi di stato che interverranno per l’inaugurazione. Fermi tutti. Sarebbe troppo facile fare battute. Sarebbe scontato dire che, visto che a rappresentarci ci sarà Renzi, c’è poco da fare ironia sul fatto che a cantare sia Gigi D’Alessio, stabilendo una perfetta simmetria tra la portata politica del primo e la tenuta artistica del secondo.
Ora, nonostante sia noto che nel mondo la nostra nazione viene identificata sempre e comunque con il bel canto e la musica melodica, in modo particolare con quella napoletana, magari si sarebbe potuto optare per un Bocelli o Eros Ramazzotti o Laura Pausini o – solo pensarlo fa correre brividi lungo la schiena – gente come Il Volo. Tutto ovvio. Tutto scontato. Ma la scelta è capitata su Gigi D’Alessio, e si suppone che per scelta si intende nome scritto su un post it e buttato insieme a quegli altri dentro un cappello e tirato fuori dal figlio piccolo di un qualche dirigente del Coni. Ma il punto è un altro.
Noi all’estero siamo questa cosa qui, prendiamone atto. Siamo stati le corna di Berlusconi al ministro degli esteri spagnolo, o le battute grevi alla Merkel, possiamo farci andar giù che qualcuno ci rappresenti cantando il suo repertorio (che per tutela di un pubblico di minori preferiamo non citare). La domanda semmai è un’altra, cioè, se noi all’estero siamo Gigi D’Alessio, con chi ci andiamo a confrontare? Perché, per dire, se qualcuno ha voluto ironizzare sulla presenza di Giaccherini agli europei, e chi scrive rientra tra questi, è anche vero che il cast dei calciatori presenti non è che prevedesse tutte queste star, e che le poche star in questione, Cristiano Ronaldo o Ibra, non è che stiano brillando come fari. Non sapendo ancora i nomi degli altri artisti chiamati a calcare il palco dell’inaugurazione di questa olimpiade siamo andati a vedere chi c’era all’inaugurazione dell’olimpiade precedente, quella di Londra. Spero che siate seduti, e che siate seduti comodamente, e che oltre che seduti comodamente siate dotati di un qualche tranquillante, o meglio ancora, di una qualche droga più o meno pesante con cui abbruttirvi il cervello, al fine di dimenticare quanto state per leggere. All’inaugurazione delle Olimpiadi di Londra, nel 2012, c’era come ospiti personaggi Dizzee Rascal, Mike Oldfield, Emeli Sandé, gli Arctic Monkeys, i Duran Duran, scelti a rappresentare l’Inghilterra, Paolo Nutini, per la Scozia, Stereophonics, per il Galles, e Snow Patrol, per l’Irlanda. A rappresentare l’Italia, perché ci piace sempre fare la nostra porca figura, Giovanni Allevi. A chiudere, una esibizione di Paul McCartney. Per la serata finale gente come The Who, i Take That, George Michael. Ecco. Quindi a Rio ci sarà, che so, Marisa Monte? Chico Buarque de Hollanda? Gilberto Gil? Caetano Veloso? Ah, sì, poi ci sarà Gigi D’Alessio che canta ‘A città ‘e Pulcenella. Viva l’Italia.