L'ingegnere chiede conto al presidente Consob delle perdite di chi ha sottoscritto gli "aumenti di capitale nel 2014 (cinque miliardi) e 2015 (tre miliardi) sulla base di prospetti approvati dalla Consob quantunque basati su bilanci civilistici non conformi (ovvero falsi)"
Giuseppe Bivona, ingegnere ed ex banchiere d’affari, ora a capo della società di consulenza Bluebell Partners, chiede le dimissioni del presidente Consob Giuseppe Vegas. Stavolta al centro delle polemiche non c’è la vicenda degli scenari probabilistici, che ha portato Report a chiedere il passo indietro dell’ex braccio destro di Tremonti, accusandolo della mancata vigilanza sui bond emessi da Banca Etruria, Carife, Carichieti e Banca Marche. Le recriminazioni di Bivona vertono su Monte dei Paschi di Siena. L’ex banchiere d’affari ha scritto una lettera a Vegas per chiedergli conto “di otto miliardi di perdite subite dagli investitori che hanno sottoscritto otto miliardi di aumenti di capitale nel 2014 (cinque miliardi) e 2015 (tre miliardi) sulla base di prospetti approvati dalla Consob quantunque basati su bilanci civilistici non conformi (ovvero falsi)” e ha chiesto le sue dimissioni.
Nel documento, Bivona accusa il presidente Consob di essere stato informato decine di volte che Mps, tra 2012 e 2015, “ha continuato a contabilizzare miliardi di derivati (Credit Default Swap) come titoli di Stato (Btp)”. Vegas, riporta ancora il banchiere, non si è adoperato, “nemmeno dopo che Mps ha riconosciuto nel dicembre 2015 di aver redatto bilanci non conformi nel 2014 e al 30 giugno 2015, perché la banca correggesse anche i bilanci precedenti (2012 e 2013) e comunicasse al mercato i valori corretti del capitale regolamentare e del rischio speculativo“. Bivona ricorda infine che la Commissione ha approvato i prospetti degli aumenti di capitale Mps 2014 e 2015 con il voto determinate del presidente e che “su impulso della Consob, è stata assunta in data 18 febbraio 2014 una precisa iniziativa atta ad indurre il massimo organismo internazionale competente in materia contabile (Ifrsic) a riconoscere una presunta quanto inesistente assenza di chiarezza nei principi contabili”.