Don Enrico Torta, parroco di Dese, annuncia la sua partecipazione alle esequie del pensionato che si è tolto la vita: "Queste persone meritano giustizia. Non li chiamo vittime, ma derubati". Marco Paccagnella (Federcontribuenti): "Chiediamo un fondo di garanzia per i risparmiatori"
Qualche anno fa gli imprenditori, in Veneto, si suicidavano perché travolti dalla crisi. Oggi la disperazione attanaglia i risparmiatori, soci o clienti, della Banca Popolare di Vicenza e di Veneto Banca, al centro di due scandali speculari. In tutto il Nord Est sono almeno duecentomila le persone danneggiate, in modo più o meno rilevante, dall’azzeramento del valore delle azioni dei due istituti di credito. Hanno visto andare in fumo i risparmi. E’ per questo che saranno in molti ad accogliere l’appello, lanciato dall’avvocato Renato Bertelle, a partecipare al funerale di Antonio Bedin, che si è sparato un colpo mercoledì sera nella sua abitazione di Montebello Vicentino. L’addio al pensionato è previsto per le 15.30 nella chiesa del paese. Poi un corteo silenzioso raggiungerà la casa dell’ex presidente della Popolare di Vicenza, Gianni Zonin, che vive proprio a Montebello.
Uno dei primi ad accogliere l’invito è don Enrico Torta, parroco di Dese, alle porte di Mestre, che a 77 anni è ormai conosciuto in Veneto come “il prete anti-usura bancaria”. “Vado anch’io perché il fatto accaduto è gravissimo. Un pover’uomo ha perso i risparmi su cui contava per poter trascorrere gli ultimi anni di vita in una casa di riposo. E’ stato derubato di quello che aveva costruito e messo da parte lavorando duramente”. Non usa mezzi termini il sacerdote anti-usura. “Questo è un omicidio legalizzato dallo Stato – accusa il sacerdote – che nulla ha fatto per impedire che la gente finisse in una strada, dove è stata depredata del denaro che doveva servire per vivere in tranquillità. E sa qual è la causa? Il denaro, monopolizzato dai poteri forti, che schiacciano tutto e tutti pur di possederne sempre di più. Le banche ne sono soltanto un esempio”.
In questi mesi, don Torta è entrato in contatto con tantissime persone ridotte sul lastrico. “Sono storie spesso simili e tragiche – racconta il prete – Uomini e donne con pensioni di poche centinaia di euro che avevano in banca un gruzzoletto a cui attingere per la loro vecchiaia e adesso hanno visto i risparmi andare in fumo. Ma non per colpa loro”. Perché andrà a manifestare sotto casa di Zonin? “Perché bisogna combattere con tutte le nostre forze affinché sia data giustizia a queste persone. Io non li chiamo vittime, ma de-ru-ba-ti. Chi ha portato via i risparmi di tanta gente che si fidava dovrà risponderne davanti alla legge”.
C’è anche chi pensa ad una fiaccolata, davanti alla villa di Zonin. E’ Marco Paccagnella, presidente nazionale di Federcontribuenti, associazione che tutela contribuenti, consumatori e imprese. “La faremo a metà della prossima settimana, quando presenteremo anche un dossier sulle proprietà dell’ex presidente della Popolare di Vicenza, alcune delle quali sono state cedute a familiari in epoche recenti. Alla magistratura vicentina chiediamo di procedere al sequestro dei beni, in previsione dell’accertamento delle responsabilità penali”. Paccagnella tira in ballo anche il governo, come stanno facendo da tempo tante organizzazioni di consumatori o vittime delle banche. “I veneti sono forse figli di un dio minore? Chiediamo un fondo di garanzia come è avvenuto per la Banca Etruria e la Banca delle Marche. Anche i risparmiatori del Nord Est hanno diritto ad essere risarciti”.
“Ci sono migliaia di persone sul lastrico a causa delle truffe delle banche. Non solo quelle della Popolare di Vicenza o di Veneto Banca, ma anche degli istituti di credito che praticano l’usura sui prestiti. Per questo anche noi andremo al funerale – spiega Alfredo Belluco, presidente veneto di Confedercontribuenti – Lo denunciamo da anni e stiamo avviando decine di cause per usura bancaria”.