La presenza del commercio cinese nella zona che si sviluppa attorno a via Paolo Sarpi – la cosiddetta Chinatown di Milano – resta uno dei punti attorno al quale i due candidati sindaco meneghini si giocano la partita in quest’area della città. “Non sono contento di cosa ha fatto la giunta negli scorsi anni rispetto a questo quartiere”, raccontano alcuni residenti alle telecamere de ilfattoquotidiano.it. Altri si affidano “al voto a sinistra” che negli scorsi anni ha caratterizzato questo quartiere. Dopo un primo turno che ha visto un netto testa a testa tra il candidato di centrosinistra Giuseppe Sala e il competitor di centrodestra Stefano Parisi, nella Chinatown milanese diversi elettori raccontano alle nostre telecamere di due sfidanti sempre più simili. Somiglianze che gettano alcuni elettori nello sconforto (“Vedrò dove tira la matita”) mentre in altri generano rassicurazione (“Comunque vada cadiamo bene”). Non mancano riferimenti alle tanto discusse primarie del centrosinistra dello scorso febbraio, che avevano visto un’ampia – e a tratti sospetta – partecipazione della comunità cinese dopo l’endorsment in lingua mandarina di Sala. “In tanti sono andati a votare alle primarie – racconta un residente del quartiere di via Paolo Sarpi – mentre in queste ore i cinesi stanno tutti lavorando: non gli interessa delle votazioni di Milano”. Resta comunque difficile intercettare l’opinione dei diretti interessati. “I candidati sono tutti uguali”, racconta una donna mentre un altro cittadino cinese, allontanandosi velocemente dal seggio, aggiunge: “Se sono soddisfatto? Vediamo stasera”
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