Non sono bastati né il nome di Maroni in lista né un centrodestra largo con Forza Italia, Fdi, Area popolare e liste civiche. Il dem Galimberti è il nuovo sindaco della città simbolo del Carroccio. "Ora il governatore pensi alle sue di dimissioni"
Varese non è più leghista. Il Pd ha espugnato la Betlemme della Lega Nord. Era nell’aria, ma oggi è realtà: Davide Galimberti è il nuovo sindaco della città amministrata per 23 anni dal Carroccio. Non si può dunque dare torto ai dem locali per l’entusiasmo con cui hanno accolto il risultato, che ha il sapore di un evento di portata storica, in assoluta controtendenza con la debacle di Roma e Torino. Dopo 23 anni di governo leghista una cordata di centrosinistra (a onore del vero con molto centro e poca sinistra) ha sconfitto la corazzata avversaria che vedeva in campo tutte le forze dello schieramento (Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia, Area Popolare, oltre ad alcune civiche).
Non è bastato il pellegrinaggio elettorale del Popolo della Famiglia, non è bastato nemmeno il nome di Roberto Maroni in lista, la grande ammucchiata del centrodestra non ha prodotto i risultati sperati. Cade così l’ultimo baluardo della Lega dei tempi andati. I cittadini di Varese hanno scelto il cambiamento. “In Lombardia confermiamo la nostra presenza – spiega soddisfatto il segretario regionale Alessandro Alfieri -, ma qui a Varese abbiamo messo la Lega con le spalle al muro. Maroni aveva chiesto a Renzi di dimettersi in caso di sconfitta a Milano, bene: non solo abbiamo tenuto Milano, ma abbiamo anche vinto a casa sua, forse sarebbe bene che pensi lui alle dimissioni”.
Dall’altro lato della barricata, nel pieno della notte più lunga, dal balcone della storica sede della Lega Nord in piazza del Podestà, i giovani padani trovano ancora la forza di manifestare il loro orgoglio: finestra spalancata, Verdi a tutto volume e uno striscione che recita: “#graziepaolo, Varés continueremo a difenderti”