La “ragazzetta” snobbata dal sindaco uscente, e adesso sconfitto, Alessio Antonelli (Pd), è diventata grande. Susanna Ceccardi, 29 anni e nuovo sindaco di Cascina, è la prima sindaca leghista a guidare un’amministrazione toscana. Mai nessuna donna prima di lei (e solo un sindaco del Carroccio nel 1999 a Bagni di Lucca), come nel 2011, quando venne eletta consigliere comunale, anche in quel caso la prima nella Provincia di Pisa. Nel ruolo di mosca bianca, anzi “verde” come specifica a Ilfattoquotidiano.it, Ceccardi si trova a suo agio ed è cresciuta: “In molti, in questi anni, mi deridevano dopo aver letto i risultati elettorali. Gli stessi che, oggi, sono stati sconfitti”. Tanta caparbietà, unita alla giovane età, ha attirato anche l’attenzione del leader del Carroccio, Matteo Salvini, che già in passato non ha esitato a definirla una “leonessa”: “Dopo il risultato – dice Ceccardi – Matteo mi ha chiamata. Mi ha detto: ‘Solo con il coraggio si cambiano le cose’”.
Primo Sindaco della Lega Nord in Toscana, in un Comune dove le percentuali in favore del centro-sinistra sono storicamente schiaccianti. Crede di aver aperto una breccia nella Regione più rossa d’Italia?
Abbiamo aperto una breccia in una diga e spero che questo successo provochi un effetto domino che coinvolga anche altri Comuni nel pisano e in tutta la Regione. Le persone sono stufe di come la sinistra ha amministrato per decenni il nostro territorio. Questa non è una sconfitta del Pd renziano, ma di tutto il partito.
La “ragazzetta” è diventata grande. Crede che l’eccesso di sicurezza possa aver penalizzato il candidato del Pd?
Vincere a Cascina con una coalizione di centro-destra non è un gioco da ragazzette. Chi mi ha giudicato così ha commesso un grave errore e adesso ne paga le conseguenze. Inoltre, vengo percepita come un Sindaco vicino alla gente, che vive per strada. Il mio predecessore andava in giro con due autisti e rimaneva chiuso all’interno del palazzo de Comune. Io continuerò a girare con la mia Ypsilon vecchia di dieci anni e il mio ufficio, quando potrò, sarà sempre la piazza. Abbiamo passato giornate intere ai banchetti della Lega, nei mercati e per le strade, a spiegare le nostre idee alle persone. In questo modo abbiamo guadagnato la loro fiducia, ora tocca a noi non deluderli. Per farlo, dobbiamo continuare ad ascoltarli.
Salvini è corso a Cascina per festeggiare con lei questo risultato. Cosa le ha detto subito dopo l’ufficialità della vittoria?
Mi ha chiamata e mi ha detto: “Tranquilla Susanna. Se sarà necessario, ci trasferiremo a Cascina per darti una mano”.
Nonostante i suoi 29 anni, lei è entrata nella Lega nel 2010, quando ne aveva 23. Solo un anno dopo è diventata il primo consigliere comunale del Carroccio in Provincia di Pisa, quando il partito era praticamente inesistente. Cosa è cambiato da allora?
Le persone hanno imparato a conoscerci e anche noi siamo cambiati, tutto qui. Ricordo che all’inizio prendevamo percentuali da prefisso telefonico. In tanti, anche per questo motivo, ci hanno preso in giro, compreso l’ex Sindaco. Siamo stati bravi a farci conoscere e, oggi, le persone hanno premiato il nostro impegno.
Ma come si vive per anni da mosca bianca? E come si riesce a far cadere una roccaforte di sinistra come Cascina?
Non bianca, ma verde. Sono una mosca verde. Come si cambiano le cose? Come mi ha insegnato a farlo Matteo (Salvini, ndr): con il coraggio. Anche lui ha vissuto momenti difficili. Ad esempio, prima di diventare segretario della Lega, si è dovuto scontrare con resistenze e subire attacchi anche interni allo stesso partito. Allo stesso modo, io ho vissuto la politica sempre all’opposizione, quando riuscivamo a racimolare solo pochissimi voti e le altre fazioni ci prendevano in giro. Oggi, sia io che lui, abbiamo vinto.
E oggi? Da cosa partirà il nuovo corso leghista di Cascina?
Da una strabiliante vittoria e dai cittadini. L’entusiasmo della gente è incredibile, tanto che sono riuscita a dormire solo due ore stanotte. Tutta questa vicinanza deve essere ripagata. Con questo voto abbiamo scoperchiato un vaso di pandora chiuso da 70 anni e, adesso, tutte le magagne devono venire a galla. Intanto ci serviremo di una società di revisione dei bilanci per vedere quale eredità ci ha lasciato la sinistra, dopodiché taglieremo il più possibile gli sprechi. Poi, mi incontrerò con il Prefetto e il Questore per provvedere allo sgombero del campo nomadi abusivo di Pitignano.
Ha imparato alla svelta da Salvini, mette subito in moto le ruspe…
Quelle le ha già utilizzate l’ex Sindaco prima delle elezioni proprio per sgomberare il campo di Titignano. Peccato che, appena chiusi i seggi, i rom siano di nuovo al loro posto. Il lavoro delle sue ruspe, adesso, lo deve pagare la nuova amministrazione.
*aggiornato da redazione web il 21 giugno 2016 alle 11