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In difesa dello spoiler: lasciateci liberi di parlare di serie tv

Il nostro, ne siamo consapevoli, è uno sfogo destinato a essere appoggiato da una esigua minoranza di impavidi eroi che sfidano l'opinione comune, la dittatura dell'omertà anti-spoiler. Poco male: ci ritireremo nei boschi, vivremo in clandestinità come i ribelli di Fahrenheit 451 e ci racconteremo l'un l'altro l'ultimo episodio della serie tv del momento

Divertissement di Domenico Naso

C’è qualcosa di più fastidioso dello spoiler? Sissignore: i tizi ossessionati dallo spoiler, che trascorrono almeno metà del tempo sui social network a minacciarti, ad avvertirti che no, l’ultima puntata del Trono di Spade non l’hanno ancora vista, che devono recuperare metà stagione di Penny Dreadful, che con Gomorra sono rimasti indietro e che dunque tu, povero sfigato che hai messo la sveglia alle 3 di notte per scoprire come finisce la battaglia tra Jon Snow e Ramsay Bolton, non devi aprire bocca, devi tacere, devi twittare di meteo o al massimo di Virginia Raggi.

Non se ne può più, sul serio. Perché è vero che è brutto assai scoprire la trama di questa o quella serie prima di guardare la puntata, ma se voi, impegnatissimi uomini e donne, non avete tempo di restare al passo, può mai essere colpa nostra? L’ibridazione con la televisione (in particolare proprio le serie) è una delle caratteristiche più importanti dell’utilizzo che facciamo dei social network. Commentiamo i grandi eventi live (da Sanremo agli Europei di calcio, dall’Eurovision alla #maratonaMentana), e grazie al cielo lì lo spoiler non vale. Ma ci piacerebbe tanto commentare anche il finale di stagione di Gomorra, la Battle of Bastards del Trono di Spade, l’ennesimo colpo di scena di House of Cards. Ci piacerebbe confrontarci con altri fan delle serie che, come noi, attendono la nuova puntata come gli Ebrei attendono il Messia. Perché i social network, che si parli di tv o di qualsiasi altro argomento, servono proprio a questo: a mettere in relazione individui distinti e distanti, sfruttando proprio gli interessi comuni. L’omertà innescata dal terrore di venire accusati di “spoiler” sta diventando un’ossessione.

Anche perché, diciamocelo, se vi manca metà stagione di Gomorra, due terzi di The Walking Dead, due stagioni intere del Trono, sei episodi di Orange is the New Black e persino un centinaio del Segreto, davvero pensate di rimettervi in pari in un lasso di tempo che corrisponda a meno di un lustro? E noi davvero dobbiamo aspettare che troviate un’ora di tempo per scoprire come finisce tra Ciro l’Immortale e don Pietro Savastano solo perché voi, come amate dire a chi si permette di “spoilerare”, avete “un lavoro e una vita sociale”? Bravi, beati voi. Noi no, noi siamo perdigiorno scansafatiche, asociali, una sorta di hikikomori devoti a Sua Santità George R. R. Martin. Viviamo in funzione delle serie tv. O almeno è quello che pensate voi. Più semplicemente, riusciamo a ritagliarci dei piccoli spazi per seguire le nostre serie preferite e dopo averle guardate, santo cielo, vorremmo poterne parlare liberamente senza sentirci come le donne di Salem, con il dito puntato addosso, l’espressione inorridita e l’accusa di essere in combutta con la Bestia, l’Angelo Caduto, il Demonio, il Caprone malefico chiamato spoiler.

Lasciateci in pace, per carità, perché già dobbiamo sopportare le noie quotidiane di questi tempi balordi. Lasciateci almeno chiacchierare in santa pace delle nostre serie preferite con un fan che vive all’altro capo d’Italia o del globo. Dovete mettervi in testa, amici ritardatari, che se una puntata è andata in onda su canali legali e secondo palinsesto, non è più spoiler e se non l’avete ancora vista, magari dopo 24 ore, un giorno o una settimana, è solo ed esclusivamente colpa vostra. Mentre noi ci svegliavamo a notte fonda per seguire il Trono di Spade, voi stavate tranquillamente ronfando, o meglio ancora facendo l’amore. E allora noi vogliamo parlare sui social di quello che è successo senza aver paura di voi. Anche perché nessuno vi obbliga a stare sui social, nelle ore o nei giorni immediatamente successivi alla messa in onda di una puntata.

Il nostro, ne siamo consapevoli, è uno sfogo destinato a essere appoggiato da una esigua minoranza di impavidi eroi che sfidano l’opinione comune, la dittatura dell’omertà anti-spoiler. Poco male: ci ritireremo nei boschi, vivremo in clandestinità come i ribelli di Fahrenheit 451 e ci racconteremo l’un l’altro l’ultimo episodio della serie tv del momento. In attesa di tempi migliori, in attesa che passi questa furia anti-spoiler che ammorba le nostre timeline. Fossimo in voi, però, non dormiremmo sonni tranquilli. Quando meno ve lo aspettate potremmo spuntare alle vostre spalle per spifferarvi il colpo di scena visto qualche ora prima in tv. Così, senza motivo, solo per darvi fastidio.

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