Secondo il Giornale di Vicenza sono in arrivo multe per la banca e i dipendenti che hanno attribuito ai risparmiatori competenze finanziarie che non possedevano per poter vendere loro azioni. Unione Nazionale Consumatori del Veneto: "L'istituto apra un tavolo conciliativo e restituisca ai soci quel che hanno perso"
Dopo l’aumento di capitale da 1,5 miliardi che ha visto la banca finire in mano al fondo Atlante e azzerato i risparmi di 119mila azionisti, compreso il pensionato Antonio Bedin che si è tolto la vita mercoledì 15 giugno, la Consob batte un colpo. Almeno secondo il Giornale di Vicenza, che riporta la notizia di “sanzioni per le supposte violazioni alla normativa europea Mifid“, quella sui profili di rischio della clientela. Che, come emerso dall’ispezione della Bce del 2015, sono stati in 58mila casi falsati attribuendo ai risparmiatori competenze finanziarie che non possedevano in modo da poter vendere loro azioni (di per sé strumenti rischiosi) il cui prezzo era sistematicamente sovrastimato dai vertici della banca.
Va detto che l’authority ha multato già l’anno scorso tutti gli ex componenti del consiglio d’amministrazione e i membri del collegio sindacale in carica durante gli aumenti di capitale del 2013 e 2014, ma senza informarne il pubblico dando notizia della sanzione da complessivi 73mila euro nel suo bollettino.
“Meglio tardi che mai, anche se, tanto per cambiare, si tratta di sanzioni che, nella migliore delle ipotesi, sono tardive“, ha commentato l’Unione Nazionale Consumatori del Veneto. L’associazione sottolinea di aver presentato, a partire dall’ottobre 2015, 329 denunce penali come atti di intervento segnalando le violazioni della procedura Mifid da parte di tutte le filiali. “Come è possibile che la Consob proceda solo ora con le sanzioni?”, si domanda Massimiliano Dona, segretario dell’Unione Nazionale Consumatori. Secondo cui comunque “non bastano le multe. L’Unc Veneto ha già chiesto il sequestro dei beni della dirigenza responsabili di queste violazioni, ai sensi dell’art. 321 del codice penale. Ora la Popolare di Vicenza si deve mettere intorno ad un tavolo conciliativo, come ha promesso, per poter restituire almeno una parte di quanto i risparmiatori hanno perso. Solo così si potrà chiudere questa vicenda”.
Sulla stessa linea Carlo Rienzi, presidente del Codacons: “Finalmente la Consob si è svegliata, peccato però che il suo intervento sia tardivo e arrivi quando gli azionisti hanno già subito un pesante danno”. “I ritardi delle autorità di vigilanza e, in alcuni casi, le vere e proprie omissioni, rappresentano un problema nel nostro Paese che deve essere al più presto risolto, nell’interesse dei piccoli risparmiatori. In ogni caso le sanzioni tardive inflitte dalla Consob saranno utili agli azionisti della Banca Popolare di Vicenza che hanno aderito all’azione risarcitoria avviata dal Codacons, perché dimostrano i comportamenti scorretti messi in atto dall’istituto di credito”.