Il tribunale di Braunschweig ha fatto sapere di aver avviato la nuova indagine dopo averne ricevuto richiesta dalla Bafin, la Consob tedesca, secondo cui l'ex ad non ha informato tempestivamente gli investitori sulle conseguenze finanziarie dello scandalo. Con lui sotto inchiesta anche un altro ex manager
Indagato per presunte manipolazioni sui corsi dei titoli del gruppo. L’ex amministratore delegato di Volkswagen, Martin Winterkorn, è tornato nel mirino della giustizia tedesca nell’ambito dello scandalo Dieselgate sulle emissioni manipolate dalla casa automobilistica tedesca. Assieme a Winterkorn, che è già indagato per frode dalla procura della Bassa Sassonia, è sotto inchiesta anche un altro ex manager della casa automobilistica di Wolfsburg, di cui però non è stata resa nota l’identità.
Il tribunale di Braunschweig ha fatto sapere di avere avviato la nuova indagine dopo averne ricevuto richiesta dalla Bafin, la Consob tedesca: secondo quest’ultima esistono “reali indizi” sul fatto che i due ex manager della casa di Wolfsburg abbiano violato la legge non informando tempestivamente gli investitori sulle conseguenze finanziarie dello scandalo.
La casa automobilistica tedesca aveva già pubblicato un comunicato il 22 settembre 2015 in cui spiegava di dover accantonare 6,5 miliardi di euro nei conti del terzo trimestre per far fronte allo scandalo, cifra che è poi salita a 16,2 miliardi per l’intero anno. L’esercizio si è chiuso con un rosso di 4,1 miliardi, il primo in 20 anni. “Esistono sufficienti elementi che mostrano che il dovere di comunicare le previste perdite finanziarie importanti avrebbe dovuto precedere di molto il 22 settembre”, si legge negli atti del tribunale di Braunschweig, che con l’apertura dell’inchiesta dovrà dimostrare se tali sospetti siano o meno fondati.