La transizione dell’Io individuale nel Noi collettivo: nell’immaginario, l’era dell’Acquario riunisce i megaliti di Stonehenge, le porte solstiziali di Giano e i bagni sacri nel Gange, quando il Sole allo zenit entra nel Cancro e l’energia cosmica, verticalmente, si canalizza con il pranayama. Oggi è Dakshinayana: l’investitura di Ban Ki-moon, millenni dopo, ricongiunge idealmente la migrazione dei prischi popoli indoeuropei in un rito universale, liturgia civile sancita dall’Onu nelle asana di milioni di praticanti. In tutto il mondo, proclamando il 21 giugno come la Giornata internazionale dello Yoga, l’Assemblea generale delle Nazioni unite ha riconosciuto i benefici olistici di questa pratica senza tempo”.
Cos’è lo Yoga? “Uno dei significati del termine ‘yoga’ deriva dal sanscrito ‘yujir’, cioè unire – mi scrive Svamiji Yogananda Ghiri, guida spirituale del monastero hindù Matha Gitananda Ashram (presso Savona), a Roma per una cerimonia al Coni con l’Ambasciata d’India – una radice significativa della necessità di relazioni simpatetiche per una società pacifica e non violenta nel rispetto dei valori universali che lo Yoga insegna: è corpo, mente e anima della spiritualità, un diffusore di valori etici che favoriscono rispetto e sensibilità per l’ecosistema”.
Ma dove sta andando lo Yoga? E quale funzione può rivestire in Occidente per chi non è induista, buddhista né sikhista? L’ho chiesto a Jayadev Jaerschky, tedesco trapiantato nella comunità spirituale Ananda (vicino Assisi), discepolo del Maestro Paramhansa Yogananda attraverso Swami Kriyananda, fondatore della Scuola europea di Ananda Yoga. “Possiamo fare molto per contribuire a una soluzione di benessere in un mondo messo male. Questa giornata ha valore universale e politico. E’ fantastico pensare che tutti gli yogin, di scuole diverse, oggi siano uniti. Lo Yoga serve al mondo”. In che senso? “C’è tensione, aggressività, instabilità economica: lo Yoga insegna a guardare dentro, attraverso il respiro dona felicità in equilibrio a chi lo pratica”. Gli chiedo se non ci sia il rischio di uno svilimento del messaggio originario, di uno Yoga 2.0 mercificato nella speculazione. Tra i vari (cosiddetti) yoga della risata, acrobatico, in sauna, a cavallo… “Consiglio di seguire la via tracciata da Maestri di alta levatura, altrimenti lo Yoga diventa fitness, ginnastica”, spiega Jaerschky. E in termini sottili, lo Yoga è benefico contro lo stress, agendo sulle vibrazioni negative di tensione veicolate dai mass media e contro le tossine dell’elettrosmog e dell’inquinamento ambientale. Lo Yoga ci aiuta? “Se il nostro campo energetico è equilibrato diventiamo inattaccabili. Va rafforzata l’Aura, ristabilito un flusso di prana corretto per donarci salute, sciogliendo blocchi energetici”.
Sembra chiaro: nell’oscura era di Kali, ci salverà lo Yoga! Sì, ma quale? “Seguiamo la tradizione degli Yoga Sutra di Patanjali, lo Yoga delle origini, tantra shivaita kashmiro della tradizione Kaula. Lo Yoga come filosofia ortodossa e via assoluta nel praticante – forte di una consapevolezza trentennale, mi ripete il romano Hari Ji (con approccio laico ha fondato Yogadharma e con Bibi Guru Inder dirige lo Yogi Bhajan Ashram di Bracciano) – Non c’è nulla è da aggiungere o eliminare in noi, abbiamo già l’Essenza assoluta, la Totalità, il Tantra. Lo Yoga è l’ascesa laica per eccellenza, oltre dogma, credenze e religioni”. Però? “Il nostro campo magnetico oggi è minacciato da relazioni esterne pericolose. Per fuggire le violenze si può spegnere internet e tv, non leggere i giornali, ma non ci si sottrarrà da quest’immersione di frequenze senza senso”. C’è chi parla di ipnosi di massa, di una vita imposta dal sistema per produrre e consumare, dove l’unica libertà resta la scelta di prodotti ‘globalizzati’ diversi. E invece? “Con lo Yoga possiamo difenderci autorevolmente, riprenderci l’amore per la vita. Intensificando il nostro personale ‘scudo protettivo sottile’, riequilibrando i Chakra, i centri di coscienza ed energia custoditi in ognuno di noi. La via del dharma è un lungo sentiero spersonalizzato di ‘azione e sperimentazione senza richiesta’: può portare al risveglio, realizzando il sé”. Andare oltre l’apparenza del mondo fisico? E’ così oggi nelle megalopoli d’Europa come ieri sulle vette dell’Himalaya? “Lo Yoga è consapevolezza, tecniche di concentrazione e meditazione, mantra e mudra potenti per la difesa nostra e del pianeta”.