Disfatta democratica nella storica roccaforte rossa governata per decenni da Pci, Pds e Ds. A nulla è valsa la visita di Renzi prima del 5 giugno. Decisiva la questione termovalorizzatore: Zambini (Pd) ha sempre sostenuto che l'opera è ormai stata autorizzata e dunque non potrà essere fermata mentre Falchi (Si) ha dichiarato di volerlo fermare. E ha vinto
La Sinistra Italiana manda k.o. il Pd e al ballottaggio conquista Sesto Fiorentino, storica roccaforte rossa governata per decenni da Pci, Pds e Ds. Il nuovo sindaco di “Sestograd” è Lorenzo Falchi che con il 65% dei voti ha battuto Lorenzo Zambini (35)%, candidato non-renziano (alle ultime primarie votò Gianni Cuperlo). Una sconfitta che brucia per il Pd: a chiudere la campagna elettorale del primo turno era infatti arrivato lo stesso Matteo Renzi. In molti hanno interpretato queste elezioni come una sorta di “referendum” sul termovalorizzatore che QThermo realizzerà in zona Case Passerini: Zambini ha sempre sostenuto che l’opera è ormai stata autorizzata e dunque non potrà essere fermata mentre Falchi (sostenuto anche dalla civica Per Sesto) ha dichiarato di volerlo fermare. “Faremo di tutto per bloccare l’iter: a breve presenteremo ricorso al Tar” ha ribadito il neosindaco a ilfattoquotidiano.it. Il voto arriva a un anno di distanza dal commissariamento del Comune: otto consiglieri comunali Pd (poi espulsi) approvarono infatti una mozione di sfiducia con cui decretarono la caduta della giunta guidata dalla renziana Sara Biagiotti.
Pd “stritolato” fra le due “anime” della sinistra – Lo scorso 5 giugno era stato Zambini – vicesindaco della giunta Biagiotti – a risultare il candidato più votato (32%) mentre Falchi (sostenuto anche da gran parte degli 8 consiglieri espulsi dal Pd) aveva incassato il 27%. A seguire con il 19% l’altro esponente di sinistra Maurizio Quercioli (“Sesto Bene Comune” e “Insieme”, lista formata da Possibile, Alternativa Libera e Prc), poi Maria Tauriello (centrodestra) e Pietro Pompeo Cavallo (M5S), entrambi con il 10%. Per la vittoria finale di Falchi sembra esser stato determinante proprio il sostegno dell’altra “anima” della sinistra: “Lorenzo non ha accettato la nostra proposta di apparentamento, ma lo sosterremo ugualmente” aveva dichiarato in sintesi Quercioli alla vigilia del ballottaggio.
“Stop a termovalorizzatore e alla nuova pista di Peretola” – “Siamo riusciti a allestire un programma di sinistra di governo – dichiara soddisfatto Falchi – riuscendo a fornire un’alternativa credibile a un Pd che anche sui territori non fa più politiche di sinistra, che rincorre la destra e si allea con esponenti vicini a Denis Verdini“. Il neosindaco conferma la volontà di fermare il termovalorizzatore ma anche la pista da 2400 metri in programma all’aeroporto fiorentino di Peretola: “E’ un progetto faraonico che non serve né dal punto di vista ambientale, né da quello economico: vogliamo bloccarlo”. A sostenere Falchi è stato anche l’ex Pd Gianni Gianassi, dal 2004 al 2014 sindaco di Sesto Fiorentino: “Il Pd scompare, Sesto ha segnato un punto di non ritorno”.
Il segretario regionale Pd Parrini: “Non mi dimetto” – Nei giorni scorsi Zambini aveva parlato a Repubblica del rischio di una “restaurazione gianassiana”: “Falchi ha condiviso per dieci anni l’esperienza amministrativa di Gianassi. Al termovalorizzatore si sono date risposte di pancia, non ricordando che è un’opera approvata e autorizzata nell’era Falchi-Gianassi“. Accuse respinte al mittente dallo stesso Falchi, segretario di Sel dal 2010 al 2013: “In campagna elettorale c’è chi spara mezze verità e bugie totali: nessuno può accusarmi di incoerenza”. Dario Parrini, segretario regionale Pd, non esita a definire “negativo” l’esito del ballottaggio in Toscana: in 5 casi su 6 il suo partito ha perso. Niente dimissioni però: “La prova decisiva sarà per tutti il referendum”. E Sesto Fiorentino? “Hanno pesato le spaccature e le divisioni interne”. Parrini si scaglia contro Falchi: “Ha preso in giro le persone, illudendole che la costruzione del termovalorizzatore si possa fermare”. Poi chiude: “Falchi dovrà dimostrare di non essere un Pizzarotti e di essere in grado di mantenere davvero le promesse della campagna elettorale”.