La Consulta ha sancito la legittimità del piano Omt (Outright monetary transitions) messo a punto da Francoforte nel 2012, il cosiddetto "piano anti spread". Un'iniziativa mai attuata nella pratica, ma che, in caso di bocciatura, poteva avere effetti dirompenti sull'Eurozona
Pericolo scampato per i mercati, quando mancano due giorni al referendum sulla Brexit. Con l’Eurozona in fibrillazione, la Corte costituzionale tedesca ha sancito la legittimità del piano Omt (Outright monetary transitions) messo a punto dalla Bce nel 2012, il cosiddetto “piano anti spread” o “salva euro“. Un’iniziativa mai attuata nella pratica, ma che se fosse stata bocciata dalla Consulta tedesca avrebbe avuto effetti dirompenti nell’Eurozona: oltre alle incertezze sui mercati, gli osservatori temevano anche ripercussioni su un’eventuale estensione del Quantitative easing. La sentenza prevede comunque una condizione: ove la Bce intenda applicare l’Omt, non dovrà annunciare in anticipo i titoli di Stato che vuole acquistare. Tira un sospiro di sollievo la Commissione europea: “La Bce agisce nell’ambito del suo mandato come previsto dai Trattati. E nel rispetto della sua indipendenza, la Commissione sostiene pienamente la Banca centrale nel dare esecuzione al suo mandato”.
Per arginare le problematiche legate alla crisi del debito nell’Eurozona, Mario Draghi aveva studiato un intervento di acquisto in misura illimitata di titoli di Stato dei Paesi in crisi, a condizione che si impegnassero in un programma economico concordato con i partner continentali. Il piano era la conseguenza diretta del discorso con cui il presidente Bce, a luglio 2012, aveva annunciato che la Bce era “pronta a salvaguardare l’euro con ogni mezzo“.
Ma 35mila ricorrenti tedeschi si erano rivolti alla Corte costituzionale, contestando i rischi che sarebbero ricaduti sui contribuenti della Germania. Nel 2014, la stessa Corte costituzionale tedesca aveva deciso di ricorrere alla Corte europea di giustizia per l’interpretazione del programma che – avevano obiettato i giudici di Karlsruhe – andava oltre “il mandato di politica monetaria della Banca centrale europea” violando “il divieto di finanziamento monetario”. Ma la Corte europea aveva promosso il piano Bce, definendolo “compatibile, in linea di principio” con i Trattati dell’Unione.
Ma il piano di Draghi è diventato oggetto di critiche anche dal mondo politico ed economico tedesco. Da parte di esponenti di spicco della Cdu del cancelliere Angela Merkel è stato rilevato che la Bce rischiava di diventare essa stessa una bad bank imbottita di titoli potenzialmente tossici. E in una delle udienze alla Consulta tedesca, anche il presidente della Bundesbank Jens Weidemann aveva ribadito che le proprie riserve sulle Omt “restano invariate”.