In Campania esistono intere zone, in “quartieri molto critici”, in cui l’incesto e l’abuso sessuale “sono elevati a normalità”. Secondo lo studio presentato dal Garante dell’Infanzia e dell’Adolescenza della Regione Campania Cesare Romano, sono più di 200 i casi di maltrattamenti e violenza “sommersa” fra le mura di casa ai danni di bambini da parte di familiari. Le vittime sono nell’80% dei casi minori in età preadolescenziale, bambine tra i 6 e i 10 anni nell’87% dei casi. Fra i quartieri più colpiti dal fenomeno Romano cita Salicelle ad Afragola, Madonnelle ad Acerra, alcuni quartieri di Napoli e Caivano, il comune del napoletano ormai indissolubilmente legato agli orrori nel palazzo del Parco Verde in cui hanno perso la vita i piccoli Antonio Giglio e Fortuna Loffredo.
Purtroppo, però – è evidenziato nella ricerca – quella degli abusi intrafamiliari resta una stima perché si tratta di violenze sommerse, di maltrattamenti spesso invisibili, dal momento che una violenza intrafamiliare è molto più difficilmente comunicabile dalle vittime, confuse dai vincoli di parentela con i responsabili. La ricerca è cominciata nel novembre 2013 ed è proseguita per tutto il 2014. Ha interessato 45 Comuni (il 12% delle amministrazioni locali campane) e 31 Ambiti territoriali (il 60% di tutti gli Ambiti) e si è svolta attraverso la somministrazione di questionari anonimi. La ricerca in questione è la prima a indagare il fenomeno degli abusi intrafamiliari, ma l’obiettivo del Garante è andare verso un sistema regionale di raccolta dati così da arrivare all’istituzionalizzazione di sistemi e procedure che siano in grado di individuare le giovani vittime, tutelarle e perseguire i responsabili di un’infanzia rubata.
“Abbiamo fatto questa ricerca proprio per evidenziare che il fenomeno è abbastanza consistente, è trasversale ed è molto sommerso – ha affermato Romano – La nostra ricerca, che è a campione, fatta sugli ambiti territoriali e su alcuni comuni, evidenzia oltre 200 casi e abbiamo testimonianze dirette e indirette, anche se non compaiono nella ricerca, che ci sono intere zone in cui l’abuso sessuale, l’incesto, è elevato a normalità”. L’obiettivo del garante è chiaro: “Vogliamo accendere i riflettori su questo fenomeno – ha concluso Romano – e fare qualcosa che sia non solo un approfondimento ma soprattutto prevenzione e contrasto a un fenomeno che va sicuramente combattuto”.