Il Cane a sei zampe ha fatto sapere che non si è trovato accordo sulla futura governance della società della chimica, che ha 4.300 addetti in Italia. L'ad Descalzi aveva spiegato che gli acquirenti avrebbero dovuto garantire 1,2 miliardi di investimenti e non ridurre il personale
Versalis rimarrà nella galassia Eni. Si interrompono le trattative, fortemente osteggiate dai sindacati, tra il Cane a sei zampe e il fondo americano Sk Capital per la cessione della maggioranza del polo chimico. A comunicarlo è stato il gruppo petrolifero italiana, spiegando di aver “constatato l’impossibilità di trovare un accordo su alcuni punti negoziali tra cui, in particolare, la futura governance della società”. Dalla prossima semestrale, dunque, Eni tornerà a consolidare integralmente Versalis nei conti di gruppo.
Sk Capital, specializzato proprio in investimenti nel settore della chimica, aveva proposto di rilevare il 70% di Versalis, impegnandosi a finanziare il completamento degli investimenti, per circa 1,2 miliardi di euro. I sindacati temevano che per farlo il fondo americano avrebbe indebitato la società, con conseguenze pesanti per i lavoratori italiani. Lo stop alle trattative “è il frutto della lotta dei lavoratori”, afferma il segretario generale della Cisl, Annamaria Furlan in una dichiarazione congiunta con il numero uno della Femca-Cisl, Angelo Colombini. “È un successo che è stato possibile – spiega la nota – grazie alla straordinaria mobilitazione dei lavoratori ed ad una efficace mediazione del sindacato con la politica, impedendo una operazione finanziaria che sarebbe stata disastrosa per il futuro del settore chimico e dell’industria nel nostro paese”.
All’inizio di giugno l’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, aveva spiegato che la trattativa era “bloccata sulla parte negoziale”, sottolineando che “se non riusciamo a ottenere quello che vogliamo l’accordo non si fa”. Qualche tempo prima, lo stesso Descalzi aveva dichiarato che Eni avrebbe ceduto la maggioranza di Versalis a Sk solo se il fondo americano fosse stato in grado di rispettare cinque vincoli. “Chi compra – aveva detto – si deve impegnare a mantenere gli attuali stabilimenti per almeno cinque anni, ampliandone casomai il perimetro, e per tre anni l’attuale personale, anche in questo caso eventualmente ampliandolo”. Poi ci sono gli investimenti che “devono essere di 1,2 miliardi in tutte le attività della chimica, compresa la chimica verde“. Infine “Versalis deve restare italiana e il vertice dovrà essere quello che è oggi”.
Versalis conta complessivamente 4.300 addetti in Italia e un altro migliaio all’estero. Oltre che a Marghera, dove sorge lo stabilimento più grande con 430 lavoratori, ha stabilimenti a Mantova, Ferrara, Ravenna, Brindisi, Porto Torres, Sarroch (Cagliari) e Priolo, in Sicilia.