Ripartono dalla Corea le 200 Chevrolet bloccate a maggio, ma questa volta il “verde” potrebbe riguardare tutte le auto a stelle e strisce. Grazie al "disgelo" commerciale tra Usa e Iran, a seguito degli accordi di Losanna sul nucleare che dallo scorso aprile hanno aperto la via all'abbattimento delle sanzioni
Guidare a stelle e strisce in Iran? Si può, e non da ieri. Ma sinora si è sempre trattato di numeri esigui di vetture, riservate tra l’altro unicamente ad alcune zone di libero commercio e con molte restrizioni, cui si aggiungevano le ingenti tasse sui veicoli importati. Da gennaio, però, le cose stanno iniziando a cambiare, sulla scia del progressivo smantellamento delle sanzioni internazionali (americane in primo piano).
Anche se non tutto fila liscio: appena lo scorso maggio, il presidente iraniano in persona, Hassan Rohani, aveva “bocciato” il primo cargo di 200 vetture Chevrolet autorizzate allo sbarco per la vendita libera nel paese, ufficialmente perché ritenute “troppo inquinanti e non interessanti, tanto da non essere appetibili nemmeno per il mercato USA”.
Un pretesto che nascondeva evidentemente la necessità di trattare ulteriormente altri aspetti delle nascenti collaborazioni commerciali, ed oggi, a poco più di quaranta giorni dal “no”, sempre lo stesso cargo di vetture made in USA è in partenza dalla Corea del Sud (da dove veniva inizialmente, e dov’era stato rispedito dopo il primo rifiuto d’ingresso) per tornare ufficialmente nella repubblica iraniana.
Sarà seguito dagli altri marchi americani? Probabilmente sì, anche perché non a caso proprio in questi giorni, l’Iran ha concluso l’importante e lunga trattativa per l’acquisto dalla statunitense Boeing di ben 100 aerei, per una cifra non dichiarata ma presumibilmente molto consistente.
C’è molto interesse per i modelli americani nel paese mediorientale, tanto più che per via dell’embargo le auto USA sono state assenti per un tempo lunghissimo: non a caso, i pezzi più richiesti – non molti, perché sono pochi in Iran a potersi permettere prezzi e tasse relative a questi mezzi – sono i classici SUV “full size” e le berline di grande taglia.
In realtà, il mercato auto iraniano è in decisa crescita, ma concentrato principalmente sullo sviluppo della produzione interna. Le oltre 342 mila unità vendute ogni anno sono in gran parte prodotte localmente, con la maggior parte delle vendite assorbita dal leader indiscusso del mercato, la Iran Khodro, che sotto il marchio Samand produce su licenza modelli Peugeot in prima battuta, ma anche Renault/Dacia e Suzuki.
Tra le marche importate ufficialmente, con oltre 25 mila unità all’anno domina largamente Hyundai, con la Santa Fe che totalizza oltre 10mila consegne (seguita da ix35, Elantra, i20), molto più di ogni altra marca. In coda ma distaccate seguono Toyota (Corolla, Rav4), Kia (Sportage, Optima) e BMW, la cui X4 è stata il modello di lusso più venduto nel 2015 con circa mille unità, tallonata da solo una manciata di unità da Mercedes con la Classe E.