Due fermi con trasferimento in carcere, nove arresti domiciliari e nove obblighi di firma: sono in totale 20 le misure cautelari notificate dalla polizia di Torino nei confronti di altrettanti attivisti No Tav. Sono tutti ritenuti responsabili delle tensioni al cantiere della Torino-Lione, a Chiomonte, avvenuti 28 giugno dello scorso anno: in quell’occasione, i manifestanti agganciarono delle funi alle recinzioni del cantiere cercando di abbatterle.
Secondo La Stampa, i due fermi in carcere, disposti a Torino e Modena, sono avvenuti a seguito di alcune perquisizioni che hanno permesso agli investigatori di scoprire diversi elementi indiziari degli scontri. Il quotidiano torinese afferma poi che nell’ambito dell’operazione, condotta dalla Digos, sono rientrati soprattutto attivisti No Tav e antagonisti collegati ai centri sociali, come Askatasuna.
Immediata la risposta degli attivisti, che sul sito accusano: “Con un tempismo quantomai sospetto, appena terminate l’elezioni di Torino, sono i pm con l’elmetto a prendersi le luci della ribalta proseguendo nella continua crociata contro i notav”. E aggiungono: “Ci troveremo questa sera (martedì 21 giugno, ndr) in assemblea a Bussoleno alle 21 come già previsto, per discutere insieme le prossime iniziative”.