È il titolo di un libro/cd fresco di pubblicazione, edito per Squilibri editore, protagonista un autore cult della musica folk italiana – arrangiamento by Carlo Muratori e copertina omaggio al décollage del calabrese Mimmo Rotella. Un’opera che inaugura una serie editoriale, Crinali, dedicata al meticciato tra parola scritta e parola cantata. Un progetto sentimentale, per il Peppe calabro, e una serie di presentazioni a zonzo, on the road, per la Calabria: in riva allo Stretto, a Cosenza nella straordinaria cornice del castello normanno-svevo, a Lamezia per la sesta edizione di Trame, il festival dedicato ai libri sulle mafie.

Una sorta d’anteprima, nella regione natia, del tour che lo porterà in giro prima attraverso l’Italia, poi per l’Europa e l’America, luoghi dove è forte la presenza dei corregionali calabresi, che raccontano d’un tempo non lontano, di quando i migranti eravamo noi. Ma anche una produzione artistico/letteraria che sa di passaggio di consegne tra due artisti nati (ironia della sorte) lo stesso giorno, roba da Attenti a quei due!. Un passaggio di testimone dal maestro all’allievo, tra lui e l’altro, che a volerla dire con Rimbaud: “Je est un autre”.
Lui è Onda calabra: Peppe Voltarelli, artista funambolico, cofondatore del Parto delle Nuvole pesanti. A Cosenza, la città che vide il passaggio e la morte d’Alarico, si racconta nel cortile, sotto il ponte d’accesso alla rocca che fu di Federico II. Ricorda di quando era un “giovane punk jonico”, e per questo scelse la Bologna di Radio Alice, cresciuto in quei sotterranei autogestiti, abilmente traslati in narrazione romanzesca da Stefano Benni con La Compagnia dei celestini. Non un percorso accademico, piuttosto un itinerario istintivo per Voltarelli, che oggi non è un semplice cantante dalla voce ruvida, vincitore tra l’altro della Targa Tenco 2010 con Ultima notte a Mala Strana, come miglior album in dialetto, premio dedicato alla memoria di Angelo Vassallo, il sindaco pescatore di Pollica, l’ambientalista dalle buone pratiche, vittima della camorra.
È piuttosto un cantastorie ma anche un cant-attore, di sicuro un cantore del sud, certo arrabbiato e, tuttavia, sideralmente distante, tanto da quella tendenza al vittimismo da piagnisteo, che troppo spesso contraddistingue questa regione dalla lingua aspra, quanto da quella caratterizzazione oleografica, con cui sovente si raffigura la Calabria, quasi che fosse una nitida cartolina di maniera.
L’altro è il suo modello: Otello Profazio, fenomeno quasi unico nel panorama della musica popolare italiana e tra gli ultimi a raccogliere, sin dai tempi del 78 giri, l’eredità dei vecchi cantastorie, reinterprete, tra l’altro, delle poesie siciliane di Ignazio Buttitta. La sua voce e la sua musica accompagnavano spesso i tour politico/elettorali di Giacomo Mancini. È tra i cantanti dialettali più interessanti a sud, disco d’oro con Qua si campa d’aria, manifesto del vivere meridiano e del sud come condizione esistenziale. Che: “il sud è ‘nu paese bellu assai, il sole è caldo e nun si fredda mai, il mare è azzurro verde sperlucente, qui non si vide mai roba inquinante. Siamo genti felici e stracontente, non abbiamo bisogno mai di niente. Qua se campa d’aria”.
Li unisce, Profazio e Voltarelli, il quasi costante ricorso al dialetto che non si traduce mai in pura retorica e il radicamento per una terra orgogliosamente di periferia (eppure al centro del Mediterraneo), la Calabria, dove l’immobilismo fagocita tutto. Profazio, simbolo di quella originalissima canzone di tradizione, tra le più amate in Italia e all’estero negli anni Cinquanta e Sessanta; una canzone che quest’impresa editorial/discografica ha il merito di voler riattualizzare, sdoganandola.
Perché lo scopo del disco, che è anche libro e viceversa, è quello di mettere insieme, facendoli convivere, mondi diversi, uniti da un unico comun denominatore: il sud, ovvero l’impegno meridionalistico, restituendo dignità alla musica popolare calabrese, sin qui relegata a genere basso e minore. Operazione ai limiti dell’utopia dirà Voltarelli a Cosenza, tanto più quando si parla di meridionali, giacché “è difficilissimo mettere insieme un calabrese, un napoletano, un siciliano senza fare un’associazione a delinquere”. Che, non a caso, il tema sotteso di questo cd-book è quello d’un sud emergente e resistente, soprattutto alle mafie.
Eva Catizone
Ex sindaco di Cosenza, voce del Sud
Musica - 21 Giugno 2016
‘Peppe Voltarelli canta Profazio’, maestro e allievo danno voce al meridione antimafioso
È il titolo di un libro/cd fresco di pubblicazione, edito per Squilibri editore, protagonista un autore cult della musica folk italiana – arrangiamento by Carlo Muratori e copertina omaggio al décollage del calabrese Mimmo Rotella. Un’opera che inaugura una serie editoriale, Crinali, dedicata al meticciato tra parola scritta e parola cantata. Un progetto sentimentale, per il Peppe calabro, e una serie di presentazioni a zonzo, on the road, per la Calabria: in riva allo Stretto, a Cosenza nella straordinaria cornice del castello normanno-svevo, a Lamezia per la sesta edizione di Trame, il festival dedicato ai libri sulle mafie.
Una sorta d’anteprima, nella regione natia, del tour che lo porterà in giro prima attraverso l’Italia, poi per l’Europa e l’America, luoghi dove è forte la presenza dei corregionali calabresi, che raccontano d’un tempo non lontano, di quando i migranti eravamo noi. Ma anche una produzione artistico/letteraria che sa di passaggio di consegne tra due artisti nati (ironia della sorte) lo stesso giorno, roba da Attenti a quei due!. Un passaggio di testimone dal maestro all’allievo, tra lui e l’altro, che a volerla dire con Rimbaud: “Je est un autre”.
Lui è Onda calabra: Peppe Voltarelli, artista funambolico, cofondatore del Parto delle Nuvole pesanti. A Cosenza, la città che vide il passaggio e la morte d’Alarico, si racconta nel cortile, sotto il ponte d’accesso alla rocca che fu di Federico II. Ricorda di quando era un “giovane punk jonico”, e per questo scelse la Bologna di Radio Alice, cresciuto in quei sotterranei autogestiti, abilmente traslati in narrazione romanzesca da Stefano Benni con La Compagnia dei celestini. Non un percorso accademico, piuttosto un itinerario istintivo per Voltarelli, che oggi non è un semplice cantante dalla voce ruvida, vincitore tra l’altro della Targa Tenco 2010 con Ultima notte a Mala Strana, come miglior album in dialetto, premio dedicato alla memoria di Angelo Vassallo, il sindaco pescatore di Pollica, l’ambientalista dalle buone pratiche, vittima della camorra.
È piuttosto un cantastorie ma anche un cant-attore, di sicuro un cantore del sud, certo arrabbiato e, tuttavia, sideralmente distante, tanto da quella tendenza al vittimismo da piagnisteo, che troppo spesso contraddistingue questa regione dalla lingua aspra, quanto da quella caratterizzazione oleografica, con cui sovente si raffigura la Calabria, quasi che fosse una nitida cartolina di maniera.
L’altro è il suo modello: Otello Profazio, fenomeno quasi unico nel panorama della musica popolare italiana e tra gli ultimi a raccogliere, sin dai tempi del 78 giri, l’eredità dei vecchi cantastorie, reinterprete, tra l’altro, delle poesie siciliane di Ignazio Buttitta. La sua voce e la sua musica accompagnavano spesso i tour politico/elettorali di Giacomo Mancini. È tra i cantanti dialettali più interessanti a sud, disco d’oro con Qua si campa d’aria, manifesto del vivere meridiano e del sud come condizione esistenziale. Che: “il sud è ‘nu paese bellu assai, il sole è caldo e nun si fredda mai, il mare è azzurro verde sperlucente, qui non si vide mai roba inquinante. Siamo genti felici e stracontente, non abbiamo bisogno mai di niente. Qua se campa d’aria”.
Li unisce, Profazio e Voltarelli, il quasi costante ricorso al dialetto che non si traduce mai in pura retorica e il radicamento per una terra orgogliosamente di periferia (eppure al centro del Mediterraneo), la Calabria, dove l’immobilismo fagocita tutto. Profazio, simbolo di quella originalissima canzone di tradizione, tra le più amate in Italia e all’estero negli anni Cinquanta e Sessanta; una canzone che quest’impresa editorial/discografica ha il merito di voler riattualizzare, sdoganandola.
Perché lo scopo del disco, che è anche libro e viceversa, è quello di mettere insieme, facendoli convivere, mondi diversi, uniti da un unico comun denominatore: il sud, ovvero l’impegno meridionalistico, restituendo dignità alla musica popolare calabrese, sin qui relegata a genere basso e minore. Operazione ai limiti dell’utopia dirà Voltarelli a Cosenza, tanto più quando si parla di meridionali, giacché “è difficilissimo mettere insieme un calabrese, un napoletano, un siciliano senza fare un’associazione a delinquere”. Che, non a caso, il tema sotteso di questo cd-book è quello d’un sud emergente e resistente, soprattutto alle mafie.
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Palermo, 9 mar. (Adnkronos) - I vigili del fuoco del Comando provinciale di Palermo resteranno per tutta la notte tra via Quintino Sella e via Gaetano Daita per tenere sotto controllo l'edificio in cui ieri mattina si è propagato un vasto incendio che ha distrutto l'appartamento all'ultimo piano dell'ex sottosegretario alla Salute, Adelfio Elio Cardinale, e della moglie, l'ex magistrato Annamaria Palma. I due sono riusciti a mettersi in salvo, tutti i residenti sono stati evacuati, un uomo di 80 anni è rimasto intossicato. "Le fiamme sono state circoscritte e non si propagano più. Sono in corso adesso le operazioni di bonifica che consistono nello smassamento della parte combusta e nello spegnimento dei focolai residui. Per tutta la notte sul posto sarà effettuato un servizio di vigilanza antincendio", ha spiegato in serata all'Adnkronos Agatino Carrolo, direttore regionale dei vigili del fuoco della Sicilia, da ieri mattina sul luogo del rogo.
"Abbiamo dovuto tagliare il tetto con le motoseghe. I miei uomini hanno lavorato a 25 metri su un piano inclinato di 30 gradi e abbiamo lavorato con la dovuta cautela. Tagliato il tetto si impedisce alle fiamme di propagarsi. Quindi rimangono da effettuare le operazioni di bonifica, di rimozione del materiale combusto e laddove ci sono dei focolai residui spegnerli. Oltre a questo si prevede di effettuare un'operazione di vigilanza antincendio ceh consiste in un presidio fisico a vigilare lo stato dei luoghi fino a quando non ci sarà più bisogno", ha detto.
E ha aggiunto: "Ci siamo trovati ad operare ad un altezza di 25 metri dal piano di calpestio. Dobbiamo spegnere un incendio importante di un tetto di circa 400 mq di falde e le fiamme sono particolarmente insidiose perché questa combustione è caratterizzata dal cosiddetto fuoco covante ossia una combustione in condizione di sotto ossigenazione che corre nello spazio di ventilazione del tetto. Quindi in superficie non si vede nulla ma ad un certo punto le fiamme affiorano dove è possibile".
Roma, 8 mar (Adnkronos) - "Non c’è molto da dire, se non che mi vergogno e che mi dispiace molto. Il Pd è germogliato dalle tradizioni più alte e più nobili della storia politica del Paese. Ha nel suo dna l’europeismo. Ed è di tutta evidenza che non può essere questo il nostro posizionamento". Lo scrive sui social Pina Picierno rispondendo alle proteste sui social per il post del Pd sulla questione del piano di Difesa Ue in cui si legge 'bravo Matteo' a proposito delle posizioni di Matteo Salvini.
"Mi vergogno, infatti. E sono allibita", aggiunge la vice presidente del Parlamento europeo.
Roma, 8 mar (Adnkronos) - "Ma vi siete bevuti il cervello Elly Schlein? Vi mettete a scimiottare Salvini. I riformisti sono vivi? Hanno qualcosa da dire? Paolo Gentiloni, Lorenzo Guerini certificate la vostra esistenza in vita al netto di Pina Picierno e Filippo Sensi". Lo scrive sui social Carlo Calenda, rilanciando un post del Partito democratico sulla questione del piano di Difesa Ue in cui tra l'altro si legge 'bravo Matteo' a proposito delle posizioni di Salvini.
Roma, 8 mar (Adnkronos) - "In Italia si aggira un tizio - si chiama Andrea Stroppa - che rappresenta gli interessi miliardari e le intrusioni pericolose di Elon Musk. Dopo avere espresso avvertimenti vagamente minatori e interferito sull’attività di governo, questo Stroppa ha insultato due giornalisti, Fabrizio Roncone e la moglie Federica Serra, con il metodo tipico dell’intimidazione". Lo dice il senatore del Pd Walter Verini.
"Esprimiamo solidarietà ai due giornalisti. E ci chiediamo anche cosa aspetti Giorgia Meloni, Presidente del Consiglio di questo Paese, a far sentire la sua voce contro queste ingerenze, questi attacchi, questi tentativi di intimidazione a giornalisti e giornali”, aggiunge il capogruppo Pd in Antimafia.
Roma, 8 mr (Adnkronos) - "Mentre il dibattito politico italiano viene inevitabilmente attratto dalla demagogia, da Trump arriva un’altra sberla: l’ipotesi del ritiro di 35.000 soldati americani dalla Germania. Si va di cigno nero in cigno nero, ma tutto questo sembra non ridestare dalla bolla della politica politicante il governo". Lo scrive sui social il senatore Enrico Borghi, vicepresidente di Italia Viva.
"Oggi il Capitano ha animato i suoi gazebo nei fatti contro la linea della Premier e dell’altro Vicepremier (che dovrebbe essere il Ministro degli Esteri). Di fronte a questi scenari, serve un soprassalto di responsabilità. Oggi - aggiunge Borghi - di fronte agli sviluppi della guerra in Ucraina e alla svolta anti-Nato di Trump sono in gioco le nostre libertà democratiche: questo è il tema chiave di questi anni".
Washington, 8 mar. (Adnkronos) - E' stata eseguita tramite fucilazione la condanna a morte di Brad Keith Sigmon, che aveva scelto il plotone di esecuzione alla sedia elettrica e all'iniezione letale, i metodi adottati dalla South Carolina per le pene capitali. La Corte Suprema dello Stato aveva rifiutato l'ultima richiesta di sospensione dell'esecuzione, la prima tramite fucilazione eseguita negli Stati Uniti in 15 anni.
Il legale dell'uomo, condannato a morte per l'omicidio dei genitori della sua ex fidanzata con una mazza da baseball, ha spiegato al Washington Post che il suo assistito ha scelto il plotone di esecuzione perché "ha paura" ed è preoccupato per le possibili sofferenze provocate dall'iniezione letale, il cui procedimento, ha aggiunto il legale, viene "tenuto segreto".
Secondo quanto riferiscono i media americani, un plotone di esecuzione di tre agenti ha sparato all'uomo da una distanza di circa 4,6 metri all'interno del Broad River Correctional Institution nella capitale dello stato Columbia.
I giornalisti che hanno assistito all'esecuzione da dietro un vetro antiproiettile hanno affermato che Sigmon indossava una tuta nera con un piccolo bersaglio rosso fatto di carta o stoffa sul cuore. In una dichiarazione finale letta dal suo avvocato, Gerald King, Sigmon ha dichiarato di voler inviare un messaggio di "amore e un invito ai miei fratelli cristiani ad aiutarci a mettere fine alla pena di morte".
Al condannato è stato quindi messo in testa un cappuccio e circa due minuti dopo il plotone di esecuzione, composto da volontari del South Carolina Department of Corrections, ha sparato attraverso fessure in un muro.
Da quando è stata reintrodotta la pena di morte negli Usa nel 1976 sono state eseguite solo tre condanne a morte per fucilazione, tutte nello Utah, nel 1977, nel 1996 e nel 2000.
Roma, 8 mar. (Adnkronos) - “Il risultato record raggiunto con il 2x1000 per il 2024 consente al Partito democratico un investimento straordinario sui territori: questa settimana abbiamo inviato oltre un milione di euro alle nostre articolazioni regionali e provinciali, che si somma alle 440.000 euro già anticipate. Si tratta solo del 70% di quanto pattuito, in quanto lo Stato non ha ancora trasferito l’intero 2x1000 spettante ai partiti politici. Ma noi invieremo comunque entro marzo il restante 30%, superando in totale i 2 milioni di euro relativi al solo 2024. Se sommiamo queste risorse al mezzo milione di euro trasferito lo scorso anno, possiamo calcolare che, in questi due anni di segreteria, il Pd nazionale ha trasferito ai territori più del doppio delle risorse trasferite negli otto anni precedenti sommati insieme, cioè dalla fine del finanziamento pubblico al 2022". Lo sottolinea il tesoriere del Pd, Michele Fina.
"Oggi -aggiunge- possiamo farlo perché sta arrivando a compimento una grande opera di risanamento del nostro bilancio, ma soprattutto perché abbiamo fatto fin dall’inizio una scelta precisa: investire per sostenere la partecipazione, l'attività politica e, in ultima istanza, la democrazia nel Paese. Abbiamo unito tutti i livelli del partito in un unico sforzo corale. Per questo nel 2024 siamo risultati il primo partito in assoluto con 10.286.000 circa di risorse, con una crescita di 3 milioni in due anni e ben 628.000 contribuenti che ci hanno scelto. È il dato più alto della nostra storia”.
“In un tempo in cui -le democrazie liberali sono messe in discussione dalla prepotenza finanziaria di plurimiliardari stranieri e dalla forza economica delle big tech, il Partito democratico -aggiunge la segretaria Elly Schlein- riparte dai territori, dal coinvolgimento della base, dal riacquisto e riapertura delle sedi, dalla formazione politica".