“Il termine ‘frocetti’? E’ un intercalare stupido che si usava tra ragazzini e che si utilizza tra compagni di squadra. Sfido chiunque a non aver usato in certi contesti termini del genere. Omofobia è altra cosa. E sono molto sorpreso di essere attaccato su questa vicenda”. Così l’ex campione di rugby Andrea Lo Cicero, noto anche col soprannome di ‘Barone’, si difende ai microfoni de La Zanzara (Radio24) dall’accusa di omofobia piovuta nei giorni scorsi dalla comunità gay. Lo Cicero, indicato da Virginia Raggi come assessore allo Sport del Comune di Roma, è entrato nell’occhio del ciclone per via di una frase contenuta nella sua autobiografia, scritta assieme al giornalista Paolo Cecinelli (“Io uso solo il paradenti, non ho altre protezioni, le trovo stupide. Non sarebbe rugby. Devi essere te stesso, senza alcun aiuto. Ci sono molti giocatori, specie quelli più giovani di me, che usano le protezioni per le spalle. Roba da frocetti“). Lo Cicero non ci sta:”Se qualcuno si è sentito offeso, chiedo scusa, ma non ho insultato nessuno. Essere omofobo significa perseguitare qualcuno per la sua sessualità. Non volevo usare quella parola in modo dispregiativo e ci sono molte regioni che utilizzano termini che possono essere offensivi. E’ una cosa detta e scritta dieci anni fa e va decontestualizzata“. E precisa: “Ho fatto convegni su bullismo e omosessualità, e sono favorevole alle unioni civili. Da assessore celebrerei tranquillamente un matrimonio omosessuale. Luxuria mi ha criticato? Strano, una volta mi fece i complimenti perché mi battevo per gli omosessuali. Quelli attuali evidentemente sono attacchi per fregare la Raggi”. Poi chiosa: “Voglio fare l’assessore, ma, se devo essere condannato per una parola, significa che non sarò in grado di fare questo mestiere. Mi sembra assurdo”