Dal premier a Bersani, dal presidente della Regione Emilia Romagna a Merola: i democratici si stringono intorno all'ex governatore. Che ora potrebbe trovare un incarico di peso
Matteo Renzi ha chiamato. Pierluigi Bersani dice che avrebbe messo la mano sul fuoco. Stefano Bonaccini è sempre quello più trasparente: “Abbiamo bisogno di una personalità” così. Vasco Errani incassa l’assoluzione, ma anche l’abbraccio del suo partito, il Pd. Già si parla di un posto ai vertici, i giornali lo mettono nella rosa di nomi che il presidente del Consiglio vorrebbe inserire nella segreteria per darle peso e per rendere il partito più plurale (oltre che responsabilizzare la sinistra), dopo la sconfitta alle elezioni amministrative. In quella rosa ci sono Enrico Rossi, Nicola Zingaretti, Maurizio Martina e lui, Errani. Ha sempre goduto della stima del presidente-segretario, a ogni toto-ministri il suo nome c’era. Anche l’ultimo, per la poltrona vacante al ministero dello Sviluppo Economico.
Il Pd riaccoglie l’Errani riabilitato a partire dal suo leader. Renzi ha chiamato l’ex presidente della Regione Emilia Romagna, gli ha espresso la propria amicizia e la propria vicinanza. In precedenza aveva già parlato Pierluigi Bersani, l’ex segretario, il dirigente più vicino politicamente a Errani: “Sono contento per Vasco – dice Bersani alla Camera – Dopo quattro lunghi anni di sofferenza ha visto affermata la verità: per quel che riguarda me, l’avessero condannato anche nella valle di Giosafat, non avrei mai creduto alla sua scorrettezza”.
A rilanciare la figura di Errani è Stefano Bonaccini, il suo successore a Bologna. “Caro Vasco – twitta – avendo sempre avuto certezza della tua onestà e rigore morale, abbraccio te e la tua famiglia. Una giornata bellissima #errani”. Poi insiste con l’augurio che “possa essere richiamato al servizio del Pd, del Paese, non lo so, dove si decida ma abbiamo bisogno di una personalità come Errani”. Bonaccini ha sottolineato il “gesto non dovuto” fatto da Errani di dimettersi dopo la condanna nel primo appello: “Credo che in un’Italia in cui c’è qualcuno che dice che i politici son tutti uguali questo fa la differenza. Vorrei non lo si dimenticasse per il futuro”. “Adesso – aggiunge – aspettiamo che torni a darci una mano perché credo sia una delle espressioni migliori della classe dirigente che il Pd può mettere in campo”. Sul dove (partito o governo), Bonaccini non si è sbilanciato: “La decisione non compete a me, né voglio dare suggerimenti. Quello che so è la stima reciproca così profonda tra Renzi ed Errani. Renzi, quando Vasco venne condannato, disse di avere piena fiducia nel suo lavoro e nella sua onestà. Mi auguro che possa essere richiamato al servizio del Pd”.
Si aggiungono alle felicitazioni il sindaco di Bologna Virginio Merola e la deputata Sandra Zampa, ex portavoce di Romano Prodi e vicepresidente del Pd. “Non solo è stata dimostrata la sua innocenza – dice Merola – ma è stata ristabilita quella verità messa in dubbio, un’ombra che non meritava. Sono felice per Vasco Errani, l’ho sentito al telefono e gli ho fatto le mie congratulazioni. La sua serietà e la sua correttezza non sono mai state in dubbio, l’assoluzione con formula piena perché il fatto non sussiste lo dimostra anche a livello giudiziale”. Per la Zampa “l’elenco delle persone che oggi dovrebbe scusarsi con Vasco Errani è molto lungo. Il mio augurio è che ne arrivino almeno una parte. A lui ribadisco oggi la mia amicizia e la mia stima e il rammarico per quanto ha pagato una vicenda giudiziaria che, tra l’altro, si è trascinata davvero troppo a lungo”. Quella vicenda oggi “si conclude per sempre, ma non ci si può non interrogare sul costo pagato dalla stessa democrazia per questa pagina della vita istituzionale. La percentuale di astenuti alle regionali è lì a ricordarlo in modo inoppugnabile”.