La polizia aveva vietato la manifestazione. Poi i sindacati hanno incontrato il ministro dell’Interno Bernard Cazeneuve e l’accordo è stato raggiunto: la manifestazione indetta per giovedì contro la riforma del lavoro si terrà, ma il corteo sarà ridotto. Le organizzazioni hanno ottenuto il diritto di svolgere la protesta contro la legge El Khomri lungo un percorso definito dal ministero, con partenza e arrivo sulla piazza della Bastiglia dopo un tragitto di circa un chilometro. Lo ha annunciato il leader della Cgt, Philippe Martinez.
Lo scontro era annunciato. Il casus belli lo ha fornito la manifestazione contro il cosidedetto Jobs Act alla francese, la decima negli ultimi tre mesi, convocata per giovedì. La Prefettura di Parigi l’aveva vietata: dopo i gravi incidenti verificatisi nel corso delle ultime dimostrazioni, il governo aveva comunicato che avrebbe permesso solo un raduno statico in una grande piazza nella capitale, nel tentativo di contenere le violenze.
Il divieto di manifestare è “una dichiarazione di guerra – aveva dichiarato in un’intervista a BfmTv Benjamin Amar, sindacalista della CGT (Confederation générale du travail) – noi andremo avanti e manifesteremo in ogni caso”. Negli stessi minuti Cazeneuve riceveva Martinez e il segretario generale di FO (Force ouvrière) Jean-Claude Mailly, incontro al termine del quale è arrivata la schiarita. “Abbiamo detto al ministro che non potevamo annullare. Saremo presenti domani alla manifestazione”, ha aggiunto Martinez. Sindacati e collettivi studenteschi hanno ottenuto anche l’autorizzazione a svolgere una seconda manifestazione il 28 giugno, “con modalità da discutere con la prefettura”.
Anche la CFDT, il grande sindacato riformista che contrariamente agli altri ha accettato il compromesso con il governo francese sulla riforma, aveva condannato il divieto. Pur non aderendo alla mobilitazione anti-Loi Travail, la CFDT ritiene “indispensabile trovare i mezzi per garantire” la mobilitazione sindacale e “condanna” la decisione shock della prefettura di Parigi. Per il sindacato oggi è quanto mai necessario “difendere il diritto di manifestare”.
L’ultima manifestazione dei sindacati vietata in Francia risale al 1962, ai tempi della Guerra d’Algeria. All’epoca, il premier era il gollista Michel Debré. Alla guida della prefettura di Parigi c’era invece il controverso Maurice Papon, poi condannato dalla giustizia transalpina per il suo coinvolgimento nella Francia collaborazionista di Vichy.