Giorgio Nisini, scrittore finalista al Premio Strega e professore di letteratura italiana, commenta il tema della Tipologia A. "La scelta del Miur è interessante e innovativa, ma anche paradossale: la letteratura contemporanea è quella meno studiata alle superiori, quasi nessuna classe arriva a leggere Eco. Gli studenti potrebbero non avere gli strumenti giusti per affrontarlo”
“Una bella scelta. Molto attesa, per la scomparsa recente. Ma per nulla scontata, visto che di recente all’esame di Stato sono sempre stati privilegiati i classici del Novecento e stavolta andiamo su un autore estremamente attuale”. Così Giorgio Nisini, scrittore e professore di letteratura italiana, commenta la traccia su Umberto Eco nella prima prova della maturità 2016 (leggi tutte le tracce). Con una riserva, però: “La scelta del Ministero è sicuramente interessante e innovativa, ma anche paradossale: la letteratura contemporanea è quella meno studiata alle superiori, quasi nessuna classe arriva a leggere Eco. Gli studenti potrebbero non avere gli strumenti giusti per affrontarlo”.
Per l’analisi del testo, la traccia A della prima prova d’italiano dell’esame di maturità, la commissione ha puntato su Umberto Eco e un suo brano sulle funzioni della letteratura, tratto dalla raccolta “Sulla letteratura”. Era una delle tracce più chiacchierate alla vigilia: l’autore de “Il nome della rosa” è morto lo scorso 16 febbraio e tanti si aspettavano la sua presenza alla maturità. Sono stati accontentati, anche se il tema non è semplice. “Delle varie tracce uscite, probabilmente è la più suggestiva e insidiosa”, spiega Nisini, finalista al Premio Strega con “La città di Adamo”, che ha firmato anche “La demolizione del mammut” e “La lottatrice di sumo”, e che insegna letteratura italiana all’Università Aldo Moro di Bari. “Parliamo di un autore complesso: non soltanto romanziere, anche semiologo e filosofo. Sappiamo tutti quanto sia difficile completare i programmi in quinta superiore: un ragazzo di 18 anni che a stento è arrivato a toccare i neorealisti, come fa a contestualizzare Eco?”, si chiede.
Se non altro “il brano è molto funzionale: parla dell’importanza della letteratura, un tema chiaro che gli studenti possono ricondurre alle proprie competenze”. Secondo Nisini, il modo migliore per affrontare la traccia è quella di aprirla il più possibile agli autori più tradizionali: “Io avrei parlato delle varie funzioni della letteratura nel corso della storia: da quella civile nel dopoguerra (Pavese, Vittorini), a quella cortigiana di encomio al potere (Virgilio, Ariosto), fino a quella più lirico-introspettiva (Leopardi, i poeti). Concludendo, perché no, con il valore di intrattenimento moderno: la letteratura di massa, i best seller, il libro sotto l’ombrellone sulla spiaggia visto che ci avviciniamo all’estate”. “Il testo – prosegue lo scrittore – lascia libertà di manovra. Anche se nel finale parla dell’importanza di rispettare il senso e la volontà degli autori, affiancando il concetto dell’interpretazione a quello della funzione. Un passaggio che rischia di confondere gli studenti: fossi stato nella commissione avrei tolto l’ultima parte della citazione”.
Il giudizio complessivo è comunque positivo: “Nonostante queste contraddizioni, mi piace la volontà di puntare sulla contemporaneità. E su Eco, intellettuale di avanguardia, che forse è l’autore che meglio è riuscito a dialogare con i giovani e con le nuove generazioni. Per questo ha molto senso vederlo all’interno dell’esame di maturità”. Anche se potrebbe riservare qualche difficoltà imprevista agli studenti. “Eco teorizzava: ‘Utilizzate Kant per comprendere Superman‘. Parafrasando io avrei detto ai miei ragazzi: ‘Utilizzate Eco per comprendere la letteratura‘”, conclude Nisini. “È questa la chiave per affrontare al meglio il tema. E forse è anche il messaggio che la traccia lascia in eredità ai maturandi”.
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