È diffusa l’opinione che la Brexit sia voluta esclusivamente un fronte xenofobo, razzista e, comunque, di destra. Esiste invece anche una Lexit, ovvero la brexit di sinistra, animata da alcune sigle sindacali e dalla sinistra radicale. Uno dei responsabili della campagna della Left Leave è Alex Gordon, ex presidente del sindacato dei trasporti che spiega le posizioni euro scettiche “radicate nella tradizione Labour”, con la volontà di salvaguardare le fasce più deboli della popolazione: “Lo Stato deve poter intervenire in economia – spiega – per prendersi cura dei cittadini svantaggiati, questo con l’Europa non si può fare”, senza contare le responsabilità che Gordon attribuisce all’UE nella gestione della crisi migratoria: “Ci dicono che stiamo con i razzisti dell’Ukip? Il referendum stesso è basato su un principio razzista, le istituzioni europee sono razziste, quando stringono accordi con il governo turco per la deportazione dei rifugiati. Noi dobbiamo votare l’uscita per garantire alla Gran Bretagna la fine del governo Cameron e la possibilità di proporre un Parlamento contro l’austerità” di Daniele Gessa e Alessandro Madron
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione