È diffusa l’opinione che la Brexit sia voluta esclusivamente un fronte xenofobo, razzista e, comunque, di destra. Esiste invece anche una Lexit, ovvero la brexit di sinistra, animata da alcune sigle sindacali e dalla sinistra radicale. Uno dei responsabili della campagna della Left Leave è Alex Gordon, ex presidente del sindacato dei trasporti che spiega le posizioni euro scettiche “radicate nella tradizione Labour”, con la volontà di salvaguardare le fasce più deboli della popolazione: “Lo Stato deve poter intervenire in economia – spiega – per prendersi cura dei cittadini svantaggiati, questo con l’Europa non si può fare”, senza contare le responsabilità che Gordon attribuisce all’UE nella gestione della crisi migratoria: “Ci dicono che stiamo con i razzisti dell’Ukip? Il referendum stesso è basato su un principio razzista, le istituzioni europee sono razziste, quando stringono accordi con il governo turco per la deportazione dei rifugiati. Noi dobbiamo votare l’uscita per garantire alla Gran Bretagna la fine del governo Cameron e la possibilità di proporre un Parlamento contro l’austerità” di Daniele Gessa e Alessandro Madron