Arriva un impulso importante nella vicenda giudiziaria che ha investito nel 2014 l’ex ministro italiano dell’ambiente Corrado Clini. Le autorità elvetiche hanno dato luce verde alla trasmissione di documenti richiesti dalla Procura di Roma. Ora il procedimento penale aperto in Italia potrà andare avanti dopo più di un anno di stop. Il 19 maggio – ma la notizia è emersa in questi giorni – il Tribunale penale federale ha respinto il ricorso di Augusto Calore Pretner, coimputato nel procedimento penale che riguarda lo stesso Clini.
Pretner si era opposto alla trasmissione in Italia del verbale dell’interrogatorio reso nella Confederazione il 13 gennaio 2014 in cui lo stesso figurava in qualità di persona informata sui fatti.
Clini e Pretner sono a processo a Roma con l’accusa di essersi appropriati in totale di oltre 3 milioni euro, un milione e 20 mila sarebbero finiti nelle tasche di Clini, i restanti 2 milioni e 30 mila in quelle del socio e amministratore dello studio “Studio Galli ingegneria” con sede a Padova. I soldi, secondo l’accusa, provenivano da un finanziamento statale di quasi 55 milioni, erogato a partire dal 2003 dal Governo italiano a favore del progetto “New Eden”, gestito dall’ong Iraq Foundation prima, e Nature Iraq poi (cui partecipava proprio lo Studio Galli Ingegneria). Questo progetto aveva come obiettivo la riqualifica di alcuni bacini idrici del Tigri e dell’Eufrate in territorio iracheno dopo la caduta di Saddam.
Le malversazioni sarebbero avvenute mediante un intricato sistema di triangolazioni societarie. Secondo gli inquirenti italiani, tramite false fatturazioni i soldi transitavano dalla Global Business & Communication, con sede in Olanda, alla Orient Invest Ltd, di Dubai, che a sua volta faceva confluire i fondi erogati dal Governo italiano alla società Med Ingegneria (che faceva parte del consorzio New Eden). La somma finiva infine in un conto cifrato dell’Ubs di Lugano, intestato alla Coolshade Entreprises Ltd., Nevis-Bvi. Da qui il denaro, arrivava nei conti correnti chiamati “Pesce” e “Sole” riconducibili agli indagati.
L’ex ministro dell’ambiente all’epoca si era difeso sostenendo che le accuse erano infondate. “Un’indagine difensiva dei miei avvocati ha dimostrato che i versamenti, tutti legittimi, sul mio conto erano rimborsi di missioni erogati dal Ministero” aveva scritto in una lettera diretta a Matteo Renzi e altri esponenti del Governo. Secondo le conclusioni dei magistrati l’erogazione delle somme sarebbe avvenuta tra l’ottobre del 2010 e il giugno del 2011 quando Clini era direttore generale del ministero dell’Ambiente del quale poi divenne ministro.
La decisione di questi giorni è una notizia importante con cui si sblocca una vicenda sensibile per le autorità elvetiche. Nata in Svizzera, l’inchiesta condotta dall’allora procuratore del Ministero Pubblico della Confederazione Pierluigi Pasi, ora avvocato di Lugano, aveva dato un impulso importante per le indagini italiane. Ora Pretner potrà ancora fare ricorso al Tribunale Federale di Losanna, ultima istanza che può pronunciarsi in materia. Dopodiché, se i giudici elvetici daranno il via libera, gli inquirenti italiani potranno continuare il processo contro i due coimputati, iniziato nel marzo 2015.