Debutto in Vaticano per Virginia Raggi che il 29 giugno prossimo incontrerà per la prima volta Papa Francesco. Per la sua prima uscita ufficiale con la fascia tricolore, il neo sindaco della Capitale ha, infatti, scelto la Pontificia Università Lateranense che, pur non trovandosi all’interno della Santa Sede, sorge su una zona extra territoriale del Vaticano. Un vero e proprio viaggio all’estero, quindi, per il primo cittadino del Movimento 5 Stelle che in campagna elettorale ha sempre dichiarato che avrebbe fatto pagare l’Imu a coloro che svolgono attività commerciali all’interno di immobili ecclesiastici. Una posizione identica a quella indicata più volte con estrema chiarezza da Bergoglio. Per la sua prima uscita con la fascia tricolore, invece, Ignazio Marino aveva preferito deporre una corona di alloro alla tomba del Milite Ignoto all’Altare della Patria in piazza Venezia, a due passi dal Campidoglio.

Al termine della messa dei patroni di Roma, i santi Pietro e Paolo, che Francesco presiederà la mattina del 29 giugno nella Basilica Vaticana insieme agli arcivescovi metropoliti da lui nominati nel corso dell’ultimo anno, ci sarà il primo faccia a faccia tra il Papa e il sindaco Raggi. Una semplice stretta di mano, sottolineano fonti vaticane a ilfattoquotidiano.it, che farà da preludio a un probabile vero e proprio colloquio a quattr’occhi. A luglio, tradizionalmente mese di vacanza dei Pontefici, le udienze pubbliche e private di Francesco sono tutte sospese. Bergoglio, infatti, pur non facendo vacanze e non lasciando mai il Vaticano per la residenza estiva dei Papi, Castel Gandolfo, si attiene a questa pausa mensile per scrivere discorsi ed encicliche. L’unico impegno pubblico previsto in agenda, oltre ovviamente agli Angelus domenicali, è il viaggio in Polonia per la Giornata mondiale della gioventù dal 26 al 31 luglio. Ma non è escluso che, a sorpresa, Francesco possa invitare personalmente con una telefonata la Raggi nella sua residenza di Casa Santa Marta per un confronto informale e franco sulla situazione di Roma che sta molto a cuore a Bergoglio essendo la città di cui è vescovo.

È abbastanza scontato che Francesco voglia sottoporre al neo sindaco i problemi della Capitale da lui individuati in questi primi tre anni e mezzo di pontificato. “Penso ai giovani di Roma, delle periferie di Roma – ha affermato recentemente il Papa – affinché abbiano un domani, abbiano una speranza. Ma se il 40 per cento dei giovani dai 25 anni in giù non ha lavoro, quale speranza possono avere? Qui a Roma. Come trovare la strada?”. Bergoglio, da sempre in guerra con chi pratica corruzione e tangenti, non era stato tenero nemmeno con lo scandalo di Mafia Capitale: “Le gravi vicende di corruzione emerse di recente – aveva affermato al Te Deum del 2014 con l’allora sindaco Marino seduto in prima fila – richiedono una seria e consapevole conversione, un rinnovato impegno per costruire una città più giusta e solidale”. E con l’arrivo al Campidoglio del commissario Francesco Paolo Tronca, il Papa aveva rivolto un appello ai romani a “recuperare i valori fondamentali di servizio, onestà e solidarietà per superare le gravi incertezze che hanno dominato la scena del 2015, e che sono sintomi di scarso senso di dedizione al bene comune”.

Virginia Raggi sa bene che il successo della sua giunta dipende anche, e forse soprattutto, dal rapporto che saprà instaurare con Bergoglio. Dopo gli screzi pubblici tra il Papa e Marino, il neo sindaco del Movimento 5 Stelle è consapevole che nelle urne sono stati per lei i voti delle parrocchie romane e del Vaticano. Significativo in questo senso è stato, all’inizio della campagna elettorale, l’endorsement in suo favore fatto dal Segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin.

Non a caso ad accogliere la Raggi all’ingresso dell’Università del Papa è stato monsignor Lorenzo Leuzzi, uno dei vescovi ausiliari di Roma che è anche il cappellano di Montecitorio e in questa veste tiene i rapporti tra i parlamentari italiani e la Santa Sede. Posizione di primo piano che, negli anni in cui il Vicariato e la Cei erano guidati dal cardinale Camillo Ruini, era nelle mani di monsignor Rino Fisichella, l’attuale regista del Giubileo straordinario della misericordia, che continua ad avere un rapporto privilegiato con il ministro dell’Interno, Angelino Alfano. Al Giubileo per le donne e gli uomini impegnati nelle istituzioni pubbliche, che Bergoglio non ha voluto che si celebrasse in Vaticano, la Raggi ha incontrato anche il rettore della Lateranense, il vescovo salesiano Enrico dal Covolo, pupillo dell’ex Segretario di Stato, il cardinale Tarcisio Bertone, che negli anni di pontificato di Benedetto XVI ha tenuto i rapporti tra la Santa Sede e la politica italiana.

Twitter: @FrancescoGrana

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