Papa Francesco è arrivato in Armenia, ma con lo sguardo rivolto all’Europa. Con i giornalisti sul volo, Bergoglio ha commentato l’esito del referendum sulla Brexit: “È la volontà espressa dal popolo che ci richiede una grande responsabilità per garantire il bene del popolo del Regno Unito e anche il bene e la convivenza di tutto il popolo europeo”. Il Papa ha espresso anche la sua felicità per l’esito positivo del processo di pace in Colombia che adesso deve essere “blindato”. Il viaggio di Francesco in Armenia, prima nazione cristiana, si svolge su un delicato filo diplomatico. Bergoglio commemorerà il centenario del genocidio armeno a opera dell’Impero ottomano, ma senza mai pronunciare questo termine per non irritare nuovamente la Turchia.
“Il mondo – ha sottolineato il Papa nel suo discorso nella cattedrale di Etchmiadzin – è purtroppo segnato da divisioni e conflitti, come pure da gravi forme di povertà materiale e spirituale, compreso lo sfruttamento delle persone, persino di bambini e anziani, e attende dai cristiani una testimonianza di reciproca stima e fraterna collaborazione”. Al Catholicos di tutti gli Armeni, Karekin II, Bergoglio ha ricordato che il dialogo ecumenico “impedisce la strumentalizzazione e manipolazione della fede”. Stesso monito rivolto da Francesco nel discorso alle autorità politiche armene nel Palazzo presidenziale: “È di vitale importanza che tutti coloro che dichiarano la loro fede in Dio uniscano le loro forze per isolare chiunque si serva della religione per portare avanti progetti di guerra, di sopraffazione e di persecuzione violenta, strumentalizzando e manipolando il santo nome di Dio”. Il Papa ha anche precisato che “oggi, in particolare i cristiani, come e forse più che al tempo dei primi martiri, sono in alcuni luoghi discriminati e perseguitati per il solo fatto di professare la loro fede, mentre troppi conflitti in varie aree del mondo non trovano ancora soluzioni positive, causando lutti, distruzioni e migrazioni forzate di intere popolazioni”.
Ricordando il genocidio armeno Bergoglio ha affermato che “quella tragedia inaugurò purtroppo il triste elenco delle immani catastrofi del secolo scorso, rese possibili da aberranti motivazioni razziali, ideologiche o religiose, che ottenebrarono la mente dei carnefici fino al punto di prefiggersi l’intento di annientare interi popoli”. Per Francesco “avendo davanti ai nostri occhi gli esiti nefasti a cui condussero nel secolo scorso l’odio, il pregiudizio e lo sfrenato desiderio di dominio, auspico vivamente che l’umanità sappia trarre da quelle tragiche esperienze l’insegnamento ad agire con responsabilità e saggezza per prevenire i pericoli di ricadere in tali orrori. Si moltiplichino perciò, da parte di tutti, gli sforzi affinché nelle controversie internazionali prevalgano sempre il dialogo, la costante e genuina ricerca della pace, la collaborazione tra gli Stati e l’assiduo impegno degli organismi internazionali, al fine di costruire un clima di fiducia propizio al raggiungimento di accordi duraturi”.