Nove anni in una cella, 36 ore di contatto con la realtà. Rudy Guede, unico condannato a 16 anni per l’omicidio di Meredith Kercher (uccisa a Perugia il primo novembre 2007), ha ottenuto un permesso premio ed è uscito dal carcere Mammagialla di Viterbo. Camicia bianca, capelli corti, aria spaesata. Con passo incerto è uscito dal cancello della casa circondariale per raggiungere l’automobile che, dopo un passaggio in caserma per adempimenti formali, lo ha condotto nella casa di accoglienza del Gavac, l’associazione di volontariato assistenti e animatori carcerari, che a Viterbo ospita i detenuti in permesso e i loro familiari che vengono da lontano. Nelle due giornate di permesso premio potrà incontrare familiari e parenti inseriti in una lista passata al vaglio dai magistrati ma non potrà uscire dalla casa accoglienza né avere rapporti o dialoghi con persone esterne non autorizzate. “E’ sereno – ha detto il suo portavoce Daniele Camilli – ha chiesto una scacchiera, Big Babol, due panini, una birra e un melograno“. Tra le richieste del 29enne c’è anche quella di un profumo. L’ivoriano da sempre si è dichiarato innocente (video). In carcere ha terminato gli esami universitari e conseguirà la laurea in storia contemporanea il 16 luglio prossimo con una tesi sui mass media. Assolti definitivamente dalla Cassazione Amanda Knox e Raffaele Sollecito, Guede resta l’unico condannato in via definitiva per il delitto

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