Il divorzio dall'Unione comporta l'uscita di Londra dalla European Common Aviation Area. L'ad di Easyjet ha scritto al governo e alla Commissione chiedendo che "si pongano come priorità la permanenza del Regno Unito nel Mercato unico europeo dell’aviazione". Il gruppo a cui fa capo British Airways ha già annunciato che gli utili 2016 saranno inferiori al previsto
Se le vacanze in Inghilterra, con la sterlina debole, saranno più convenienti, raggiungere il Regno Unito volando con le compagnie low cost e non rischia di diventare più costoso. Perché da un lato le società ridurranno gli investimenti sul Paese, dall’altro saranno chiamate a rinegoziare i diritti di sorvolo con gli altri Stati Ue e gli Usa. Infatti la Brexit comporterà anche l’uscita di Londra dalla European Common Aviation Area, in pratica il mercato unico europeo dell’aviazione, che garantisce libertà di trasporto aereo nell’ambito dell’Unione e nei cieli di altri otto Paesi non membri della Ue tra cui Islanda, Albania, Bosnia, Croazia, Montenegro e Kosovo. Il divorzio tra Londra e Bruxelles costringerà le compagnie britanniche a ridiscutere gli accordi con l’Unione o con i singoli stati membri.
La compagnia inglese Easyjet venerdì si è affrettata a negare “impatti significativi” su “strategia, crescita degli utili nel lungo periodo e rendimenti per gli azionisti”, ma un mese fa aveva lanciato l’allarme paventando “misure più restrittive nell’aviazione, con un conseguente aumento delle tariffe”. E il suo amministratore delegato Carolyn McCall ha scritto al governo britannico e alla Commissione Europea chiedendo che “si pongano come priorità la permanenza del Regno Unito nel Mercato unico europeo dell’aviazione, data l’importanza per i consumatori e per gli interscambi commerciali”
Il gruppo spagnolo International Airlines Group (Iag), a cui fa capo British Airways, venerdì è stato il primo a lanciare un warning sui profitti proprio alla luce della Brexit, annunciando agli investitori che devono attendersi un aumento delle entrate più contenuto di quanto previsto in precedenza. Iag, che ha in pancia anche Aer Lingus, Iberia e Vueling, ha fatto sapere di aver già registrato dall’inizio di giugno un calo della domanda e ora stima che non riuscirà a raggiungere quest’anno l’aumento dell’utile operativo di 945 milioni di euro promesso agli azionisti.
“Siamo pronti a diminuire gli investimenti e saremo costretti ad aumentare le tariffe“, ha annunciato dal canto il numero uno della low cost irlandese Ryanair Michael O’Leary. Secondo Bloomberg la compagnia, che ha partecipato alla campagna per il Remain scrivendo messaggi anti Brexit sulla livrea dei propri aerei, è pronta a spostare la propria capacità altrove e a ridurre i posti di lavoro in Gran Bretagna.