Dopo il voto sulla Brexit si sono detti “preoccupati” i membri del The Institute of Directors, una delle principali associazioni di imprenditori britannici. Al punto che l’istituto ha fatto sapere che il 20% dei suoi iscritti prevede di trasferire alcune delle sue attività all’estero dopo l’uscita della Gran Bretagna dall’Ue. Il dato, fanno sapere dall’associazione, emerge da un sondaggio svolto tra i circa 1.000 membri dell’associazione.

Simon Walker, direttore generale del gruppo, ha detto che lo stesso sondaggio ha indicato che tre iscritti su quattro pensano che il Leave danneggerà gli affari. Walker ha spiegato che, anche se le aziende stanno cercando il modo di adattarsi al nuovo scenario, “non possiamo addolcire questa cosa: molti nostri membri sono preoccupati”.

Nel frattempo la compagnia aerea low cost inglese Easyjet – che come altre compagnie dovrà ridiscutere i diritti di sorvolo – ha lanciato un profit warning. “Dopo il risultato del referendum sull’Ue, stimiamo che l’estate sarà probabilmente marcata da ulteriori incertezze per l’economia e i consumatori e prevediamo di conseguenza che il fatturato a tassi di cambio costante nel secondo semestre dovrebbe scendere di almeno il 5% in rapporto al corrispondente periodo del 2015″, si legge in una nota. E sulla scia di queste previsioni il titolo è precipitato sulla Borsa di Londra: nella mattina di lunedì 27 giugno l’azione ha infatti ceduto oltre 10 punti percentuali.

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