Vivace battibecco tra Mario Lavia, giornalista dell’Unita.tv, e l’attrice e giornalista Veronica Gentili, durante Coffeebreak, su La7. Casus belli: il critico e corrosivo editoriale di Lavia su Virginia Raggi, all’indomani della vittoria della neo-sindaca di Roma. Il ritratto disegnato dal giornalista dell’Unità ha innescato in rete una ridda di polemiche, che si sono riassunte con le definizioni di “misogino” e di “maschilista” attribuite all’autore. Lavia si difende: “Mi dispiace di aver dato l’impressione di quello che non sono: io non vorrei mai risultare volgare, tanto meno nei confronti di una donna. Ho scritto sì un articolo pesante e urticante, ma non si trattava di un’analisi politica, anche se per me la vittoria della Raggi non va bene e non credo che sarà un grande sindaco“. E aggiunge: “Penso che una sconosciuta che vince col 65% merita tutti i complimenti e gli apprezzamenti. Tuttavia, ribadisco che il mio giudizio su questa sindaca non è positivo. Vedremo cosa farà. Ma ritengo del tutto legittimo che i giornalisti e chiunque debbano criticare i vincenti, perché criticare chi perde è molto facile. Con la Raggi posso essere stato eccessivo, e me ne scuso con lei e con chiunque la apprezzi, però voglio sperare che in questo Paese sia riconosciuto ancora come legittimo il criticare un sindaco. La cosa assurda della mitica rete è che adesso non si può criticare chi ha vinto. Se lo fai, passi per uno che rosica“. “Beh, questo con Renzi lo abbiamo visto tutti” – osserva Veronica Gentili – “però spezzo un’incredibile lancia per Lavia: il pezzo non mi è piaciuto per niente, l’ho trovato molto spiazzante e brutale dal punto di vista verbale, ma non misogino”. “Ma infatti io ho scritto le stesse cose su Di Maio e Di Battista“, precisa Lavia. Inevitabile la provocazione della conduttrice Flavia Fratello: “C’è un analogo pezzo di Lavia quando Renzi ha vinto?”. “No” – risponde ironicamente Gentili – “però anche su questo voglio fare i complimenti a questi scudieri di Renzi, che ormai lo proteggono a mo’ di scudi umani“. Piccata la reazione della firma dell’Unità: “‘Scudieri di Renzi’ lo dici a qualcun altro. Dillo ai tuoi amici del Fatto… scudieri di Grillo“
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