E’ finito in carcere il bidello di 53 anni, agli arresti domiciliari dopo il fermo del 2 giugno scorso, accusato di violenze sessuali nei confronti della migrante di 16 anni nella scuola dove lavorava. La nuova misura cautelare, per il pericolo di reiterazione del reato, è stata disposta dal gip di Catania su richiesta della Procura etnea che ha avuto un quadro completo delle indagini della squadra mobile della polizia di Stato ed ha valutato diversamente i fatti contestati all’uomo, che in un primo momento era stato posto ai domiciliari dal Gip di Ragusa. Il Gip etneo ha difatti ritenuto veritiere le dichiarazioni della minorenne straniera, sbarcata tempo addietro sulle coste siciliane e a causa della spiccata pericolosità sociale dell’uomo ogni altra misura cautelare appariva inadeguata.
Il bidello è stato accusato di prostituzione minorile per aver approfittato della situazione di necessità economica della piccola vittima, di aver approfittato della minore quando sola in classe e della sua maggiore forza fisica rispetto alla vittima. Il reato, secondo il Gip, è aggravato anche dal fatto che il bidello ha abusato dei suoi poteri in violazione dei doveri inerenti una pubblica funzione in quanto svolgeva la sua attività presso una scuola media ed in qualità di sorvegliante anche della vittima. Al bidello viene anche contestato il reato di violenza sessuale perché, con abuso di autorità e del ruolo che ricopriva, avrebbe, secondo il Gip, costretto la ragazzina a subire atti sessuali approfittando di essa quando era da sola in aula e, secondo le indagini, in un’occasione l’avrebbe costretta ad un rapporto sessuale contro la sua volontà.