Terza diminuzione consecutiva sulle aspettative delle famiglie: scende a 110,2 dal 112,5 di maggio, con flessioni per tutte le componenti analizzate dall'istituto di statistica
Peggiora l’indice di fiducia di consumatori e imprese nel mese che segna l’arrivo dell’estate. A giugno, infatti, l’indice Istat relativo ai consumatori registra la terza diminuzione consecutiva e passa a 110,2 dal 112,5 di maggio, con flessioni per tutte le componenti del clima di fiducia. Cala l’indice sul clima personale (a 103 da 105,4), sul clima economico (a 131,8 da 135,7), su quello corrente (a 108,2 da 109,8) e futuro (a 112,9 da 117,6).
Peggiorano anche i giudizi e le attese sulla situazione economica del Paese (a -48 da -47 e a -5 da 3, i rispettivi saldi), così come le aspettative sulla disoccupazione mentre recupera il saldo relativo ai giudizi sull’andamento dei prezzi nei passati 12 mesi (a -26 da -27). Resta invece stabile sui valori dello scorso maggio l’indice relativo alle attese sull’andamento per i prossimi 12 mesi (a -20).
Anche i valori delle imprese peggiora: l’indice composito del clima di fiducia (Istat economic sentiment indicator) diminuisce infatti a 101,2 dal 103 del mese di maggio. Scendono sia la fiducia nei servizi di mercato (a 105,0 da 107,3) che quelli nel commercio al dettaglio (a 99,7 da 101,0). Nelle imprese manifatturiere migliorano i giudizi sugli ordini (a -13 da -15), mentre le attese sulla produzione rimangono stabili a 9 e il saldo dei giudizi sulle scorte rimane stabile a 3. Nelle costruzioni migliorano i giudizi sugli ordini e piani di costruzione (a -30 da -34) e peggiorano le attese sull’occupazione (a -9 da -7).
Nei servizi si contraggono i saldi relativi ai giudizi e alle attese sugli ordini (a 4 da 10 e a 7 da 11, rispettivamente) e aumentano le attese sull’andamento generale dell’economia italiana (a 2 da -1). Migliora invece la fiducia nel settore manifetturiero (a 102,8 da 102,1) e delle costruzioni (a 121,6 da 120,4). I dati dell’Istituto di Statistica non tengono conto dell’effetto della Brexit perché le interviste sono concentrate nei primi 15 giorni del mese e mostrano il primo calo contemporaneo di entrambi gli indici da fine 2015.