Arrivano da fabbriche, condomini, strade, sono quasi tutti abusivi e quando piove a dirotto contribuiscono all’esondazioni nella zona Niguarda, a Milano. Sono i 1.420 scarichi – su un totale di 1.505 – che versano acqua nel Seveso senza avere una regolare autorizzazione: come dire che solo 85 non sono abusivi. A scoprirlo gli agenti della Forestale e delle Polizie provinciali di Como, Monza-Brianza e Milano, su delega del sostituto procuratore Maura Ripamonti che indaga sulle esondazioni dell’ 8 luglio, del 12, 15 e 16 novembre 2014. Come racconta l’edizione milanese del Corriere della Sera, i mancati interventi di prevenzione da parte della Regione Lombardia e del Comune del capoluogo hanno convinto gli inquirenti ad iscrivere nel registro degli indagati il governatore Roberto Maroni, il suo predecessore Roberto Formigoni e l’ ex sindaco Giuliano Pisapia: sono accusati di disastro colposo insieme ad altre sette persone.
Fondamentale per le indagini la perizia dell’ingegner Luigi Natale, professore di Costruzioni idrauliche all’ Università di Pavia, che spiega come già nel 1982 per difendere Milano dalle esondazioni il Piano di difesa idraulica prevedeva l’aumento della portata del Seveso, la realizzazione di un altro canale e la costruzione di alcune vasche per accumulare l’acqua in eccesso. Per il perito sarebbe possibile migliorare il sistema di allerta con vari sistemi, ma il piano di emergenza realizzato dal Comune “non considera le attività di prevenzione utili a contenere i danni a beni e infrastrutture e i disagi della cittadinanza”: ecco perché la pm Ripamonti ha deciso di iscrivere nel registro degli indagati i vertici politici lombardi.
Una notizia che “non sorprende”, l’assessore al Territorio della Regione Lombardia Viviana Beccalossi. “Sono due anni che la procura di Milano chiede documentazione in Regione Lombardia a supporto di questa indagine – ha spiegato la componente della giunta Maroni – che è partita due fa anni contro ignoti, e la Regione Lombardia ha sempre collaborato, e comunque i lavori sono a buon punto”. “Certo – ha aggiunto Beccalossi – quando piove moltissimo in pochissimo tempo e in una sola zona concentrata si sceglie di far uscire l’acqua dove crea meno danni”.
Sulla questione è intervenuto il Movimento 5 stelle, chiedendo a Maroni di “riferire al Consiglio regionale sulla nuova indagine che lo vedrebbe accusato di disastro colposo”. “È necessario che Maroni spieghi ai milanesi che cosa ha fatto per evitare gli allagamenti del Seveso e che chiarisca se nei prossimi mesi potrà lavorare per la Lombardia o passerà il tempo a difendersi nei tribunali”, ha spiegato Gianmarco Corbetta, capogruppo dei pentastellati a palazzo Lombardia.