Dopo che uno di loro ha minacciato di darsi fuoco, è stato trovato un accordo tra la società e i lavoratori, che si opponevano al trasferimento da Sesto San Giovanni (Milano) a Pozzolo Formigaro (Alessandria). Due di loro lavoreranno in Piemonte, ma con spese di trasporto pagate dall'impresa, uno andrà a Bergamo e quattro avranno 29mila euro per l'uscita
Sono saliti sul tetto della fabbrica, hanno occupato alcuni uffici della società e uno di loro ha minacciato di darsi fuoco. Ma alla fine, dopo un’odissea lunga due anni, i sette operai Marcegaglia Buildtech di Sesto San Giovanni hanno trovato un’intesa con l’azienda. La vertenza aveva avuto inizio nel 2014, quando l’azienda ha deciso di chiudere lo stabilimento milanese e portare la produzione a Pozzolo Formigaro, in provincia di Alessandria.
I sette operai si sono opposti chiedendo soluzioni alternative: ora due di loro hanno accettato di lavorare in Piemonte, ma con le spese di trasporto a carico dell’azienda, un aspetto che in un primo momento la società aveva negato. Uno di loro finirà nello stabilimento Marcegaglia di Bergamo, mentre gli altri quattro hanno accettato un incentivo all’esodo di 29mila euro lordi più i ratei maturati.
“Avremmo avuto una piena soddisfazione mantenendo tutti i posti di lavoro – commenta Massimiliano Murgo, delegato sindacale Fiom Cgil – Ma per come si erano messe le cose, con l’azienda che aveva deciso di licenziarci senza incentivo, l’intesa rappresenta un risultato importante che ci siamo conquistati con l’azione sindacale”.