I dem contro la sindaca M5s per la scelta dell'ex consigliere comunale grillino come capo di gabinetto. La replica: "Incompatibile? Non è vero. E il dirigente scelto dall'ex primo cittadino di An ha carica ad interim. Valuteremo se la nomina era ponderata". Critiche anche per le dichiarazioni dell'aspirante assessore sullo Stadio della Roma che ha detto "i documenti sono già passati alla Regione" e quindi non può intervenire. Giachetti: "Ora chieda scusa"
A pochi giorni dal primo consiglio comunale del 7 luglio in Campidoglio, Virginia Raggi deve fare i conti con le polemiche per la nomina del fedelissimo Daniele Frongia come capo di gabinetto. A contestare la scelta è il Partito democratico che lo ha accusato di non poter firmare atti di spesa o di nomina perché la legge Severino glielo impedisce in quanto eletto un anno fa. I grillini rifiutano la ricostruzione e assicurano di aver già chiesto consulenze (tra cui in via informale anche dell’Anac) che garantiscono i pieni poteri di Frongia.
I dem però vanno oltre e sostengono che i poteri di firma saranno in mano al vice Raffaele Marra, entrato in Campidoglio con l’ex sindaco An Gianni Alemanno e un curriculum di incarichi in Regione con Renata Polverini e prima ancora al ministero dell’Ambiente (sempre con Alemanno): “Cose da, anzi no, neanche da Prima Repubblica”, ha attaccato il senatore dem Stefano Esposito, “E questa sarebbe la banda degli onesti in Campidoglio: un ex fedelissimo di Alemanno e Polverini, ex assessori di Marino, i soliti fedelissimi del cerchio magico di Di Maio”. In realtà Marra è dirigente in Campidoglio dall’epoca di Alemanno e per il momento ricopre l’incarico a interim finché non sarà valutata la sua posizione. “Lascia stupefatti”, ha detto la vicepresidente del gruppo Pd Alessia Morani, “vedere la nomina con lauto stipendio, di un consigliere comunale a capo di gabinetto. Come lascia interdetti l’escamotage di ricorrere a un ex fedelissimo di Alemanno per firmare quegli atti che Frongia non potrebbe sottoscrivere. Dunque Frongia, alla faccia della legalità, aggira la legge Severino. Se si aggiunge che la giunta si completa con assessori che hanno dato prova di certa omofobia e xenofobia o con figure scelte direttamente da Di Maio, certamente non siamo di fronte al tanto sbandierato nuovismo”.
A prendere tempo è stata solo la deputata M5s Roberta Lombardi, membro del mini direttorio incaricato di dare una mano sulla gestione del Campidoglio, che non ha nascosto le sue perplessità su Marra: “Ho conosciuto il dottor Marra ieri”, ha commentato a “Un Giorno da Pecora”, “ho letto anche io di questi suoi incarichi precedenti. Ora capiremo se è stata una nomina ponderata, ci sarà un approfondimento. Abbiamo anche l’umiltà di dire che, se facciamo dei piccoli errori, li rimediamo subito”.
Anche lo stesso Frongia ha respinto le accuse: “Il capo di gabinetto”, ha detto, “è il responsabile dell’indirizzo politico-amministrativo del Comune e riveste un incarico di natura preminentemente fiduciaria del sindaco. Pertanto è evidente che non vi sia alcun ‘dimezzamento’ dei poteri: semplicemente, viene rispettata la legge”. E sulla questione della legge Severino: “Faccio presente che essa stessa nel conferire la delega al governo per il riordino dei casi di inconferibilità e incompatibilità, esclude espressamente i vertici degli uffici di diretta collaborazione, come peraltro correttamente ricordato nei pareri sulla conferibilità della carica agli ex consiglieri”.
Il Pd oggi se l’è presa anche con l’aspirante assessore all’Urbanistica Paolo Berdini che al Sole 24 Ore ha dichiarato che i documenti per lo Stadio della Roma sono già stati trasmessi alla Regione. Solo qualche giorno fa aveva definito il progetto “uno scempio”. Ora l’ex candidato sindaco Roberto Giachetti chiede le scuse della Raggi. Dalla Regione però fanno sapere che non sono ancora arrivati i documenti.
Al di là delle polemiche, il vero problema della Raggi ora riguarda gli assessori: la giunta a pochi giorni dal via non è ancora completa e mancano alcune delle pedine fondamentali. Tra queste quella del Bilancio che potrebbe vedere il ritorno di Daniela Morgante, ex assessore con Ignazio Marino poi dimissionaria. Intanto giovedì 30 giugno è prevista la prima riunione informale dei capigruppo: un incontro tra la maggioranza a cinque stelle e le opposizioni per organizzare lavori e geografia dell’Aula. Sul fronte dell’opposizione non c’è ancora la quadra per il capogruppo del Pd in Comune – ambirebbero al ruolo sia Michela Di Biase, sia Valeria Baglio. “Ripartiamo da una opposizione costruttiva – esorta Roberto Giachetti dopo giorni di silenzio – serve aprire una nuova stagione per il centrosinistra a Roma”. Intanto in attesa del rinnovo, la sindaca di Roma Raggi ha confermato le deleghe, conferite in precedenza dall’ex sindaco Marino e dall’ex commissario straordinario Tronca, a dirigenti e dipendenti capitolini per assicurare la continuità amministrativa.