Nei tempi regolamentari Renato Sanches pareggia l'originale vantaggio polacco segnato da Lewandowski, poi nei tiri dagli undici metri è fondamentale la parata di Rui Patricio: la formazione allenata da Fernando Santos è tra le migliori quattro d'Europa senza aver ancora centrato una vittoria nei novanta minuti
In semifinale senza mai vincere una partita. Capita anche questo ad Euro 2016: il Portogallo, che da quando ha iniziato il torneo non ha ancora centrato una vittoria nei novanta minuti, è nelle migliori quattro d’Europa. Nonostante un gioco deludente, e un Cristiano Ronaldo irriconoscibile, che sbaglia tutto ciò che può sbagliare. Tranne che ai rigori, dove si decide il primo quarto di finale contro la Polonia, dopo l’1-1 al 90′ che non cambia ai supplementari. Stavolta i rigori non sorridono ai polacchi, troppo stanchi, che come contro la Svizzera hanno avuto forse solo il torto di puntare dichiaratamente al pareggio. Decisiva una gran parata di Rui Patricio. E il solito Quaresma, eroe contro la Croazia, di nuovo contro la Polonia con l’ultimo penalty. Forse è davvero l’Europeo del Portogallo.
E pensare che la partita si era messa subito in salita, col vantaggio immediato dei polacchi. Il primo tempo è segnato dalle scelte degli allenatori. Nawalka ritrova il giovane Kaputska dopo la squalifica, ma lo lascia in panchina per puntare a sinistra su Grosicki, che bene aveva fatto negli ottavi contro la Svizzera. E la scelta paga: pronti, via e Cedric buca un comodo pallone liberando l’esterno, assist al centro e Lewandowski si sblocca. Primo gol nel torneo per il centravanti del Bayern, dopo tre minuti la Polonia è già avanti e nella posizione tattica che più gradisce: in vantaggio, con la possibilità di difendere bassa e ripartire rapida in contropiede. E lo farà spesso e bene, con la coppia d’attacco ispirata.
Ma dall’altra parte anche Fernando Santos azzecca la mossa giusta: conferma in mezzo al campo Renato Sanches, stellina classe ’97 già acquistata dal Bayern Monaco. Non che ci volesse molto, visto il suo impatto positivo nella precedente sfida con la Croazia. Ma proprio il centrocampista appena maggiorenne scuote il Portogallo, un po’ intontito dopo lo svantaggio, e pareggia il conto con un bel sinistro dal limite, deviato in maniera impercettibile ma decisiva da Krychowiak. Alla mezzora la partita è di nuovo in equilibrio. E bellissima.
Il pareggio, però, ammazza lo spettacolo. La Polonia continua a difendere come nulla fosse, il Portogallo ad attaccare. Nella ripresa prende un leggero sopravvento territoriale, ma niente di concreto. Mentre i polacchi quando si spingono in avanti pungono di più. Entrambe le squadre sono sempre simili a se stesse, però, e hanno troppa paura di perdere. Succede pochissimo: un gran destro di Cedric in cerca di rivalsa, una volée sottoporta di Milik parata da Patricio, un clamoroso autogol sfiorato da Jędrzejczyk. Anche perché Ronaldo è irriconoscibile: una conclusione strozzata dalla distanza, un cross (o un tiro?) sbagliato da buona posizione, un tap-in ciccato dentro l’area. Fino al clamoroso liscio a tu per tu con Fabianski a cinque dalla fine. L’occasione che avrebbe potuto segnare il match. Invece i supplementari diventano inevitabili.
Anche nell’extra-time Ronaldo continua a divorare occasioni e sorridere incredulo. Come contro la Svizzera, e con 120 minuti nelle gambe in più, la Polonia scoppia fisicamente e punta di nuovo dritto ai rigori. Anche perché stranamente il ct Nawalka sfrutta solo uno dei cambi a disposizione. L’unico brivido prima della fine è l’invasione di campo di un tifoso. Inevitabile anche andare ai penalty. Segnano Ronaldo (finalmente), Lewandoski, Renato Sanches, Milik, Moutinho, Glik, Nani. Il primo errore, di Kuba Blaszczykowski è quello decisivo: segna Quaresma, ancora lui, passa il Portogallo. Che gioca male, con le sue stelle fuori condizione, tatticamente confuso. Ma vivacchiando di partita in partita si ritrova in semifinale agli Europei. E a questo punto può anche vincerli.