Theresa May e Michael Gove si candidano alla successione di David Cameron alla guida dei Tory. Boris Johnson, ex sindaco di Londra e leader della campagna per il Leave nel referendum sulla Brexit rinuncia alla candidatura.
In un articolo pubblicato questa notte del sito web del Times, il ministro dell’Interno garantisce che si metterà al servizio del partito conservatore e della gente, con “la missione di far sì che il Regno Unito funzioni per tutti” e si ristabilisca l’unità all’interno del Paese. Hanno già presentato la propria candidatura anche il ministro del Lavoro e della pensioni, Stephen Crabb, e l’ex ministro della Difesa Liam Fox. Nel corso della campagna per il referendum sulla Brexit, May si era schierata per la permanenza di Londra nell’Unione europea al fianco del premier.
“Sono la persona migliore per fare il premier della Gran Bretagna – ha detto la May in conferenza stampa – io non sono quel tipo di politico che fa gli show o che va a bere ai bar del Parlamento. Io faccio soltanto il mio lavoro”. “Brexit significa Brexit – ha spiegato ancora, mettendo in chiaro la propria posizione sul referendum che ha decretato la volontà del popolo britannico riguardo l’uscita del Regno Unito dall’Ue – la campagna è stata combattuta, il voto si è svolto, l’affluenza è stata alta e la popolazione ha dato il suo verdetto”. May ha anche fatto sapere che, in caso venisse eletta alla guida dei Tory e diventasse primo ministro, creerà un nuovo dipartimento del governo responsabile per i negoziati con Bruxelles, che sarà guidato da un deputato che ha fatto campagna proprio per la Brexit.
In campo scende anche il ministro della Giustizia. Si tratta di una decisione a sorpresa, che Gove aveva finora escluso e che rompe per ora il tandem con l’ex sindaco di Londra nato durante la campagna pro-Brexit sostenuta da entrambi. Johnson smentisce, invece, le previsioni della vigilia che lo vedevano in campo. “Non mi candido alla leadership dei Tory”, ha annunciato l’ex primo cittadino di Londra – dopo essermi consultato con i miei colleghi e considerate le circostanze in Parlamento sono arrivato alla conclusione che il nuovo leader non posso essere io“.
A dividere ulteriormente il campo pro Brexit sono poi le candidature dell’ex ministro della Difesa Liam Fox, già annunciata ieri, e quella della sottosegretaria al Tesoro, Andrea Leadsom, confermata stamattina sempre dalla Bbc. Fra coloro che hanno invece sostenuto Remain, sono finora in campo il giovane ministro del Lavoro, Stephen Crabb, europeista convinto, e la veterana titolare dell’Interno, Theresa May, molto meno convinta, che a questo punto appare la vera favorita. Sia Crabb sia May si sono peraltro impegnati ad attuare la Brexit e a non rovesciare l’esito referendario.
Un sondaggio di YouGov per il Times svolto ascoltando mille membri del partito conservatore, pone per ora May al 36% e Johnson al 27% dei consensi, considerando anche gli altri candidati alla guida dei Tory. In una sfida a due, il vantaggio della ministra aumenta ancora: 55% contro il 38% dell’ex sindaco di Londra.