Dopo le moltissime lettere indignate dei lettori, la risposta di Marie-Pierre Lannelongue: "Sapevamo che scegliendo di mostrare il pene di Siffredi avremmo attaccato l’ultimo tabù, perché è rarissimo che un giornale mostri un uomo nudo. E ad ogni modo come abbiamo fatto servizi fotografici su corpi femminili, allo stesso modo pubblichiamo foto su uomini nudi"
Rocco Siffredi nudo sul supplemento settimanale del quotidiano LeMonde e scoppia la polemica. La pornostar abruzzese si è donata anima e corpo a Philippe Ridet, corrispondente a Roma per la storica testata francese. Un ritratto/intervista coronato con l’abbondante materia viva della fotografia. Una generosità che tocca il culmine con la copertina del “Magazine du Monde” dove Siffredi propone un full frontal con tanto di pene perpendicolare al corpo, a disegnare un’ascissa imprevista nella geometria dello scatto in bianco e nero. Apriti cielo. Lettori, ma soprattutto lettrici, del quotidiano tendenzialmente progressista, non l’hanno presa molto bene. Indignazione, rabbia e perfino la minaccia di cancellare l’abbonamento a settimanale e giornale hanno tenuto banco nelle ultime ore ben di più del servizio stesso sull’attore italiano di film hard.
“Per le immagini abbiamo chiesto al fotografo Matteo Montanari di mostrare tutto Rocco. Tutto? Sì tutto. E visto che Siffredi possiede uno ‘strumento di lavoro’ di dimensioni gigantesche che lo rendono oggetto o addirittura personaggio, dovevamo vederlo per intero”, spiega a pagina 8 del Magazine du Monde la direttrice Marie-Pierre Lannelongue. Sul sito web di LeMonde viene pubblicata una lettera di una lettrice, Andree Silveira da Cunha (da Parigi): “Sono una vostra lettrice e acquisto il vostro giornale da molto tempo. Ammetto però di essere rimasta sorpresa, per non dire sconvolta, dall’importanza che avete dato all’articolo su Rocco Siffredi e soprattutto alle foto che lo illustrano. L’ immagine in copertina è visibile a tutti, ma quelle di pagina 37 e 38 sono a dir poco scioccanti. Vi ricordo che il vostro settimanale, in linea di principio, viene letto dalle famiglie. So che oggi i bambini con Internet imparano molto presto l’educazione sessuale, ma è il dare supporto a questa forma di esibizionismo che diventa un problema”. Colpito, ma non affondato. Perché la Lannelongue difende la scelta della testata e rilancia sfoderando l’ipotesi di aver sfondato “l’ultimo tabù”: ovvero il nudo maschile in copertina. “Nello stesso modo in cui abbiamo fatto numeri speciali dedicati a fatti come il calcio, la gastronomia, il design, volevamo affrontare la questione del sesso. Come potevamo trattare un processo che sta attualmente diventando uno degli elementi dominanti della cultura popolare? Su questo ci interessava riflettere”, spiega la direttrice. “Sapevamo che scegliendo di mostrare il pene di Siffredi avremmo attaccato l’ultimo tabù, perché è rarissimo che un giornale mostri un uomo nudo. E ad ogni modo come abbiamo fatto servizi fotografici su corpi femminili, allo stesso modo pubblichiamo foto su uomini nudi”.
Rocco Siffredi è diventato molto popolare in Francia senza dubbio per le sue opere hard, ma è riuscito a conquistarsi una notorietà cinephile soprattutto da quando la regista francese Catherine Breillat lo volle come attore “normale” in Romance nel 1999. Sesso esplicito con Siffredi in due sequenze alle prese con una fellatio e un rapporto anale, innestato però in una narrazione canonica e non immediatamente direzionata sul dettaglio pornografico. Esperienza che Rocco doppiò sempre con la Breillat nel 2004 in Pornocrazia, dove addirittura Siffredi interpretava un omosessuale schifato dal corpo femminile. Avanti, troppo avanti, il rapporto tra cinema mainstream e rappresentazione dei corpi, femminili e maschili, in scena, rispetto anche solo all’Italia. Siffredi è così tornato sulla bocca di tutti i francesi, e non solo, anche grazie all’intervista sul Magazine che oltre alle foto en plein air racconta di come viva il “porno, come una croce talvolta molto pesante da caricarsi addosso”. Confermiamo noi del FQMagazine l’assunto. Infatti abbiamo provato a raggiungere telefonicamente Rocco che ci ha risposto trafelato e scusandosi ci ha chiesto di richiamarlo in un altro momento: “Mi dovete perdonare, ma sto girando un film”.