Nella villa di Cattolica Eraclea 345 dipinti di pregio, 200 orologi antichi e altri preziosi. Finiti definitivamente allo Stato dopo sette anni di sequestro. Il proprietario era accusato di legami con il clan Rizzuto, attivo in Canada, me è stato assolto da ogni accusa
Un museo più che una casa. La villa di Beniamino Gioiello Zappia a Cattolica Eraclea (Agrigento) è stata confiscata definitivamente dallo Stato, dopo sette anni di sequestro preventivo. Allo Stato finisce così un vero e proprio tesoro: 345 dipinti pregiati, tra cui Guttuso, De Chirico, Dalì, ma anche Sironi, Morandi, Campigli, De Pisis, Boldini e Guidi e altri beni come 200 orologi antichi, pietre preziose, vasi, statue, bronzi e oggetti di antiquariato. Lo riporta il Giornale di Sicilia.
Beniamino Gioiello Zappia, 77 anni, di origini tarantine, appassionato collezionista di opere d’arte, è stato a lungo considerato il referente italiano del clan dei Rizzuto di Montreal, in Canada, ma è stato assolto insieme a tutti gli altri imputati nel processo Orso Bruno. Nei mesi scorsi, ospite in diversi programmi televisivi (nella foto ospite di Uno Mattina, ndr), si è dichiarato vittima della malagiustizia. Il suo nome era finito per la prima volta in un inchiesta di mafia nel 1984 a fianco di padrini rispettati come Ugo Martello, i fratelli Giuseppe e Alfredo Bono, Vittorio Mangano.
L’abitazione, tre piani con giardino e un patrimonio prestigioso di opere d’arte, era sotto sequestro preventivo da sette anni e diviene adesso patrimonio dello Stato. L’Agenzia nazionale per la gestione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata ha già chiesto al Comune di Cattolica Eraclea di indicare nell’elenco dei beni confiscati anche le proprietà riconducibili a Gioiello Zappia.