Cultura

Attilio Coco, Gian Luca Campagna, Grazia Bomba: autori dell’Italia nascosta

Accomunati da un’esigenza di fondo di raccontare le piaghe nascoste dell’Italia di ieri e di oggi, gli ultimi romanzi di Attilio Coco, Gian Luca Campagna e Grazia Bomba, sono tre buoni esempi della strada originale che una parte degli autori nostrani ha intrapreso negli ultimi tempi.

 L’odore della polvere da sparo, di Attilio Coco (Edizioni Spartaco), è un romanzo dallo stile elegante che ha il merito di raccontare il Dopoguerra senza cadere nell’apologia ideologica. La storia prende avvio nella primavera del 1947 a Potenza, quando in una giornata di pioggia la polizia spara sulla folla scesa in piazza a reclamare condizioni di vita migliori. Gianni, il protagonista, si ritroverà la stessa sera nel retro di una libreria, in compagnia di libertari, rivoluzionari e sognatori. La sua iniziazione ha inizio e proseguirà attraverso una nazione sempre più spaccata, dove gli anarchici distratti cadono giù dalle finestre e dove arrivano echi di atrocità commesse nel nuovo mondo, quello dei migranti, dove militari senza scrupoli affossano per molto tempo le speranze popolari. Gianni, figura ben tratteggiata da Attilio Coco, è un sognatore circondato da altri sognatori. Si potrebbe anzi dire che tutto il romanzo non è altro che la proiezione di un sogno collettivo, quello dell’Italia che voleva disperatamente cambiare, trovatasi a combattere, a muso duro, contro dinamiche immutabili, endemicamente solidificate.

Finis Terrae, di Gian Luca Campagna (Oltre Edizioni), è ambientato nell’immaginaria Villareale, piccola, borghese e perbenista città di
provincia che a tratti, forse, ricorda Latina e nella quale vengono seviziati e uccisi bambini, preti vengono incaprettati e ballerine di locali notturni scompaiono misteriosamente. Le verità sepolte da portare alla luce vengono affidate alla “pala” di un giornalista coraggioso che si troverà davanti a una realtà inquietante. Come nel suo precedente romanzo,
Molto prima del calcio di rigore (Draw Up Edizioni), Gian Luca Campagna mette in scena una squadra di personaggi utili a evidenziare il marcio che si nasconde, neanche troppo bene, dietro le apparenze sociali. E così abbiamo imprenditori corrotti, giocatori di calcio che perdono le partite per riuscire a pagarsi lo stipendio, donne isteriche e frustrate perennemente tradite da mariti insignificanti, atleti dipendenti dalla “dama bianca” e trafficanti balcanici immischiati in ogni genere di affare sporco. I luoghi che fanno da cornice alla narrazione (laghi paludosi, mare, macchia) danno al romanzo una connotazione mediterranea e lo inseriscono, anche grazie alla pregevole capacità della penna dell’autore, in una tradizione noir di grande valore.

Border: Confine, di Grazia Bomba (Enzo Delfino Editore), è un poliziesco classico nella sua struttura e, al contempo, un affresco dell’Italia degli ultimi anni Settanta. In risalto, in primis, l’emancipazione femminile: la giovane vittima e l’ispettrice di polizia che indaga sulla sua morte sono le due facce di quello che stava accadendo in quell’intenso periodo fatto di stravolgimenti sia ideologici sia culturali. L’ambientazione, le montagne della Lombardia e della Svizzera, così come la narrazione priva di fronzoli, veloce ed essenziale, rendono il romanzo originale nel suo insieme.